in uscita “Machiavelli di un secolo di mezzo” a 500
anni da “Il Principe” a cura di Micol Bruni, con contributi di Gerardo Picardo,
Pierfranco Bruni, Gennaro Malgieri, Neria De Giovanni, Marilena Cavallo, Carmen
De Stasio. Le conclusioni al saggio sono di Alessandro Campi
Machiavelli nella modernità della
politica.
La virtù de “Il Principe” oltre “la
perduta gente” di Dante
Niccolò
Machiavelli. Uno scrittore di mezzo per una storia della modernità. A 500 anni
dalla pubblicazione de “Il Principe” in uscita il saggio dal titolo: “Il
Principe. Ovvero il Machiavelli di un secolo di mezzo” a cura di Micol
Bruni, edito da Pellegrini editore.
Il
saggio si arricchisce di contributi di studiosi e scrittori che hanno percorso
l’opera di Machiavelli attraverso una articolazione storico – politica e
antropologica – letteraria.
Hanno
lavorato allo studio, le cui conclusioni sono state affidate ad Alessandro
Campi, Pierfranco Bruni, Gerardo Picardo, Gennaro Malgieri, Neria De Giovanni,
Marilena Cavallo, Carmen De Stasio. La curatrice, Micol Bruni, che già in
precedenti saggi aveva affrontato l’opera di Machiavelli sul filo del pensiero
giuridico, pone all’attenzione, attraverso i diversi contributi, delle
originali considerazioni con approfondimenti che vanno dalla politica alla
morale, dalla poetica a un coraggioso studio, di Pierfranco Bruni, sul
Machiavelli che non amava Dante.
Il
lavoro parte da basi scientifiche e ogni autore legge Machiavelli e “Il
Principe” con una interpretazione proveniente dalle proprie esperienze
culturali e di ricerca.
"L'attualità
di Machiavelli, sottolinea Micol Bruni, oggi si propone per tentare di leggere
quelle idee sulla politica che sono diventate sradicamento e disamore per
l'impegno civile".
"Il
Principe. Ovvero il Machiavelli di un secolo di mezzo" intavola delle
attenti riflessioni sia sul ruolo del rapporto tra Stato e Nazione sia su
questioni strettamente etico – letterarie che costituiscono una dimensione sia
antropologica che politica.
Niccolò
Machiavelli (Firenze 1469 - 1527) “può essere letto, sottolinea Micol Bruni,
come un interprete della crisi attuale della politica e non solo. Nella sua
opera ci sono quelle premesse che possono essere considerate delle vere
profezie osservando il quadro politico e istituzionale dei nostri giorni. Gli
studiosi, aggiunge Bruni, che hanno contribuito alla realizzazione di questo
lavoro hanno focalizzato i vari aspetti in una articolazione argomentativa che
apre un dibattito forte sulla morale e sulla politica”.
Sono
trascorsi 500 anni dalla pubblicazione de “Il Principe” e “lo scorrere della
storia, afferma ancora la curatrice, ha assorbito processi epocali che
permettono una rilettura e una risistemazione di un quadro storico con chiavi
di lettura certamente post – illuministe e ben ancorate nel concetto di
tradizione”.
Infatti
“Il Principe. Ovvero il Machiavelli di un secolo di mezzo” è un libro
che scava nel contesto in cui visse Machiavelli ma sposta anche l’asse di
riflessione sul rapporto tra le pene e i castighi di un Illuminismo proiettato
oltre i vuoti che ha lasciato.
Gerardo
Picardo, Pierfranco Bruni, Gennaro Malgieri entrano nel cuore del rapporto tra
storia e politica. Neria De Giovanni, Marilena Cavallo, Carmen De Stasio
penetrano le dimensioni storico – letterarie ben presenti ne “Il Principe”.
Micol Bruni con la “tradizione giuridica” parte dall’analisi della Repubblica
Fiorentina per analizzare la politica attiva del Machiavelli. Pierfranco
Bruni punta i riflettori sul concetto di virtù e di servo nel Machiavelli che
non apprezzava Dante. Nella conclusione Alessandro Campi traccia un profilo
storico e “politico” de “Il Principe” attraverso una articolazione modulata sul
pensiero filosofico.
Lo
studio si avvale della partecipazione del Sindacato Libero Scrittori e la consulenza
scientifica del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, che ha ideato il
progetto iniziale.