San Francesco di Paola.
Un Santo Mediterraneo che
legò l'Occidente all'Oriente
di Pierfranc Bruni
San Francesco di Paola. Il Santo che ha penetrato il cuore dell’Europa nelle
metafore del Mediterraneo. Il fondatore dell’Ordine dei Minimi ha lasciato
delle testimonianze importanti nella cultura popolare e nella religiosità del
quotidiano oltre ad aver tracciato le vie di una santità che vive nella nostra
consapevolezza. Il Santo che amava il mare (come ho cercato di proporre nei
miei due libri dedicati a San Francesco dal titolo: “San Francesco di Paola.
Il chiostro come metafora della grotta”, 2000 e “San Francesco di Paola.
Il chiostro: isola Mediterranea”, 2004) ma che intraprendeva cammini lungo
le strade di terra. Giunse fino in Francia dove morì.
San
Francesco di Paola si parlerà alla Chiesa dei Paolotti di Grottaglie il
prossimo 12 giugno con relazioni di chi scrive, di padre Marco Gagliardi O.m. e
l'introduzione di padre Salvatore Palmino O.m.
La vita di San Francesco di Paola (nato a Paola il 27 marzo del 1416 e morto in
Francia, a Tours, il Venerdì Santo 2 aprile del 1507, all'età di anni 91) è
stata una vita avventurosa. Resta un Santo popolare ma il suo culto si diffuse
soprattutto dopo la canonizzazione, voluta, tra l'altro, dalla regina Anna di
Bretagna per aver miracolato la figlia, principessa Claudia, che porta la data
del 1° maggio del 1519. Infatti dopo questa data vennero erette, in suo nome,
chiese, conventi e venne proclamato patrone di diverse città. Napoli lo
proclamò Patrono solennemente l'11 novembre del 1625 e Torino lo nominò Patrono
della città nel 1706.
Nella sola Italia meridionale le città che lo hanno proclamato patrono sono ben
ventidue. In Francia e in Spagna è una presenza i cui richiami miracolosi sono impressionanti.
Tra l'altro è Patrono della Gente di mare della Nazione Italia. Lo volle Pio
XII mentre Giovanni XXIII lo proclamò Patrono speciale della Calabria.
Fondatore dell'Ordine dei Minimi. Nel testo di Padre Francesco Russo si legge:
"L'ordine dei Minimi, iniziato da S. Francesco di Paola nel 1453, ha avuto
uno sviluppo prodigioso nel secolo XVI ed ha toccato l'apice alla metà del
secolo XVII.
"Alla morte del Santo Fondatore, avvenuta il 2 aprile del 1507, i conventi
esistenti in Italia, Francia, Spagna e Germania erano una trentina. Al primo
Capitolo Generale, tenuto a Roma nel 1507, si ebbe la prima divisione in
Provincie, che furono sette: 2 in Italia, 3 in Francia, una in Spagna e una in
Germania. Un secolo dopo le Provincie erano salite a 20 con 380 conventi.
Durante il secolo XVII furono create altre Provincie e un Vicariato, con un
complesso di altri 251 conventi. Sicché alla fine del secolo XVII si aveva un
complesso di 33 Provincie, tre Vicariati, 640 conventi e circa 14 mila Frati"
(P. Francesco Russo, Il Santuario - Basilica di Paola, Monografia storica e
guida illustrata, Edizioni Santuario Basilica San Francesco di Paola,
1966).
Questo Santo che non smise mai di considerarsi un minimo. Si considerava un
"minimo dei minimi servi di Gesù". Perché minino vuol dire secondo la
concezione del paolano "ultimo". La sua umiltà nel segno di un
simbolo che recita Charitas. Martire, umile e martirizzato.
Cinquantacinque anni dopo la morte il corpo sepolto nella chiesa di Tours,
trovato intatto, venne bruciato dalla rabbia degli Ugonotti il 13 aprile del
1562. Il Santuario di Paola è un'immensa memoria che conserva i luoghi della
sua presenza. La sua dimora, il percorso sul ponte, il posto del diavolo,
l'acqua santa, la bomba che cadde e non esplose.
I
Conventi non furono fondati solo in Italia e in particolare in Calabria. Ma c'è
una devozione che tocca territori e paesaggi che vanno chiaramente oltre
confine. "Il Servo di Dio, fiorendo di virtù in virtù, fondò in Francia,
in poco tempo, vari magnifici Conventi (per esempio, a Tours, ad Amboise, a
Gien, a Parigi, Chatellerault, ed altri altrove), grazie al contributo generoso
dei Principi e alla prestazione di lavoro dei fedeli". Così si legge in Vita
di San Francesco di Paola scritta da un discepolo anonimo suo contemporaneo
nelle Edizioni del Santuario - Basilica di S. Francesco, Paola 1967.
Ma il trasporto religioso orientale non è cosa a sé dalla cultura cristiana
vissuta in Occidente. Sembra un intreccio di elementi ma è piuttosto un
assorbire istanze storiche che il mondo religioso ha ben saputo raccogliere.
Questi Conventi sorgono, la maggior parte, intorno ad uno spessore di identità
culturale mediterraneo e i paesi, i luoghi, i territori, soprattutto nel Sud,
sono realtà storiche ed esistenziali che hanno vissuto l'incrocio di civiltà.
Per San Francesco la grotta era un segno della povertà, della carità e del
vivere in umiltà. Ma ci sono più casi che definisco ciò. Non si tratta
assolutamente di coincidenze. Ma il rupestre è l'immediato contatto con la
terra. Il vivere in grotta è il vivere con la terra, con la natura, con le
forme della natura. Tutto era in grotta. Si potrebbe dire, infatti, che
l'impostazione abitativa storica del francescanesimo dei Paolotti a cominciare
proprio da San Francesco di Paola era (ed è) quello di caratterizzarsi nella
grotta e nel territorio che presenta il mondo rupestre come un modello.
Il cerchio, la mezza luna, le lunette, i pozzi, le forme labirintiche (le
grotte sono una smisurata metafora labirintica) sono concezioni mediterranee.
San Francesco di Paola è uno dei Santi più mediterranei che vive
nell'immaginario popolare. Il mare e la terra sono i simboli di una
appartenenza profondamente sacrale. I Conventi di San Francesco di Paola sono
una realtà che continua a vivere in un immaginario che cattura nell'idea
dell'appartenenza mediterranea.
Le colonne, le arcate, le volte, le forme a vela sono un intersecarsi di stili
che provengono da lontano e che hanno trovato nell'Umanesimo - Rinascimento una
composizione ad intreccio che è una esplicazione di una sommatoria di tasselli
storici e architettonici. Ma questi elementi erano già in nuce nella formazione
naturale della visione delle grotte.