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Una coppa sotto la cappa

TouchRugby, Magna Grecia e magnamagna.

martedì 29 luglio 2008

di Ghiaccio


Taranto, 26 luglio, via Zara, ore 16,30 di un sabato come tanti che come tanti non sarà: parcheggio comodo della serie “miraggio” nel deserto proprio dinanzi al civico 123, questa volta coach Emanuele non potrà lamentarsi, e no eh? Siamo puntualissimi. Nei sogni di tutti noi una bella coppa luccicante, per adesso una bella cappa di caldo africano anche se, Bossi permettendo, siamo sempre in Italia, ad essere pignoli in Magna Grecia, targati Sparta, da qualche migliaio di annetti.
Giungono alla spicciolata rugbytouchers di ogni tipo ed età, e mettiamoci a buon peso anche un pizzico di apprensione: un torneo è un torneo, non si scherza, qui bisogna correre. E finchè la gamba va, tu lasciala andare poi … che il cielo ci assista.
Pacche, foto di rito, sorrisi a 48 denti veri o presunti, mentre man mano arrivano amici, parenti, curiosi. Oddìo ci sorge anche il vago sospetto che ci abbiano presi per atleti veri, mah, misteri o meglio miracoli della società dell’immagine.
Eccoci già caldi, caldissimi - e te credo, è praticamente una sauna - sul green del campo centrale (ndr: per noi terraioli è già un sogno realizzato) pronti a spararci le prime acerrime sfide, quando ti arriva trafelato ma subito travolto da un insolito sole d’estate e da urla d’entusiasmo, the special guest alias Egidio L’Ingesso, oh yes, ladies and gentlemen, proprio isso, the Dream Team italian champion of Tàrde nuèstre.
“Eggidiooo, Eggì’, alanga tòòòò, sì trooopp’ fooort’, modòòò, manìììscete, … dategli una maglia, una magliaaa !!!" Una delle nostre, naturalmente, perché Egidio è uno di noi, garantito, di origini e di spirito. Emanuele, animo nobile, gli cede volentieri la sua numero 7, carica di onore e di adrenalina, diciamo così, e prende il via la giostra.
A mente ed energie fresche, e dài diciamocelo sottovoce, una certa superiorità, nevvero, tennico-tattica di noi della DETR si vede, ne consegue che le prime due partite sono quasi una discesa fiorita. 3-0 e 2-0 ai rispettivi dirimpettai, come dire cinque saporiti confettini nei denti, gentile omaggio dei Delfini Erranti da incartare e portare a casina, e così sia. La parte del mattatore la fa Gianni sulle fasce, agile, sgusciante ed incisivo come una vipera, che schiaccia a terra l’ovale, oltre la linea fatale, per tre-volte-tre. Ma trovi anche grinta, abilità e dinamismo, offerta speciale di Alessandro, Carlo e Barbarita, anche lei una volta a segno, per cui udite-udite, resterà nella storia come la prima métawoman del torneo e perchè no di Taranto. E non finisce qui: chi l’avrebbe mai detto? Note liete, lietissime anche dalla verve inesauribile del giovanissimo Daviduccio o a scelta Dadà, new-entry spedita in campo direttamente dalla doccia (gessata) all’ormai popolarissimo metatarso, sostenuto e sospinto dallo sguardo amoroso di mammà che gli vuole tandotandobbbene e che a-bordo-campo fa il pieno d'orgoglio e dal funambolico Egidio "the president" che, roba da spalancare le nostre attonite pupille, esibisce tutto un repertorio di finte, controfinte, scatti e controscatti degni di un ventenne, giustamente coronati, e vaaaai, da una méta strappa-applausi. Quando si dice che uno nasce campione! Manco mezzo allenamento e già va sul tabellino. E vogliamo dimenticare i veterani della squadra, pronti ad offrire tutta ma proprio tutta, ehm, … la saggezza degli anni? Parlo ovviamente di Michele e soprattutto del sottoscritto che come ben si sa, tiene un’età. C’è poco da ridere, ognuno si difende con le armi che ha, ed io-me-medesimo a numero di anni sto messo benino, direi. Tutto ok, insomma, nella prima parte.
Nel frattempo arriva Biagio, eccezionalmente biagio-fuori-casa, grande, lo aveva detto, lo ha fatto, subito sommerso da un mare di saluti e di abbracci, identica razione somministrata agli amici Filonidi, Ivana la regista doc e Marcello il simpatico guascone, con il consueto armamentario tecnologico al seguito per immortalare e diffondere nell’oceano della rete la nostra epica impresa.
Ma qui ti arriva, indesiderata, la sorpresa nell’uovo, anzi nell’ovale. Sarà stata la distrazione per i nuovi arrivi, sarà stata la breve pausa, saranno il caldo e la fatica crescente (mi sa che è l’ultima che ho detto) al terzo match della serie sale in cattedra quella freccia di Busco (Città2mari) e noi di conseguenza le … buschiamo, ohi che dolor, malgrado l’ennesima méta di Gianni. Ma i guai sono come le ciliegine: nell’ultimo duello della first session (con la 967 - praticamente gli allblacks di casa nostra) in palio l’ingresso diretto in finale ci ritroviamo senza bomber Gianni, fermato da una distorsione assassina. Embè, farà pure un caldo atroce ma quando anche quell’altra saetta umana chiamata Federico De Giovanni ci infila senza pietà, un brivido di freddo ci corre lento e perfido lungo la schiena.
Ehhhh, ma come diceva quello là, tranquilli, quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, e allora Alessandrone nostro che di cognome fa Zaccaro decide che la Coppa deve essere appannaggio rossoblu e allora Zac, prima pareggia il conto con i tuttineri, poi ancora Zac, in finale, proprio al momento giusto, piazza la stoccata del trionfo contro gli orange dei 2 mari.
I minuti finali affideranno ai posteri memorabili storie di eroiche barricate e di tragiche strizze ogne vote ca Busco pigghie ù pallone. Solo che dalle sue parti, quando si dice la fortuna, c’è un po’ di ombra in più, e proprio lì, manco a dirlo, hanno deciso di stabilirsi con passo felpato i due veterani di cui sopra, con la saggezza degli anni ma anche eh eh eh, … il tacito accordo di lasciarsi andare d’ora in poi a nefandezze varie ed eventuali pur di vietargli di superare il centrocampo.
Ce ne sarà stato bisogno? Si? No? Mah, e chi se lo ricorda, resta invece ben impressa nella memoria l’agognata fine della partita e del torneo con le immediate, fresche, soprattutto dolci e gradite valanghe d’acqua su maglie, teste e cuori rossoblu esultanti.

Oltre le parole, le scene da tripudio sportivo sul campo insieme a quello festaiolo e spudoratamente enogastromangereccio in serata all’Ipogeo splendido-splendente, il tutto in salsa piccante tarantina arricchita da spruzzate, anzi cucchiaiate di fierezza e di orgoglio per la nostra amata, antica, bellissima città, le rimandiamo a filmati e soprattutto alla vostra fertile immaginazione.
Bene, alleluja brava gente, così la prima coppa “Magna Grecia” diventò nostra, e nostra resterà per sempre, soprattutto nel cuore! Quanto al domani … domani è un altro giorno, si vedrà