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Un sabato in Touch
e ritorna il sorriso martedì 12 febbraio 2008 di Ghiaccio 9 febbraio, Taranto, un prato verde e un po’ scosceso all’interno della scuola “Leonida”, di meglio per adesso non abbiamo trovato. Niente di grave, figuriamoci, fossero questi i problemi: con tanta allegria e un pizzico di follìa il problema è risolto. Che bello lo sport: a volte sembra pesare, in realtà dà leggerezza, a volte sembra costrizione ma “dentro” senti libertà, a volte sembra logorìo ma poi scopri che man mano ti rigenera. Lo sport, ma quello sano, quello lontano dai veleni, dalle polemiche, dall’astio, dalla violenza. Lo sport vero, non quella messinscena per mestieranti senz'anima, lo sport, quello soprattutto praticato, quello che insegna tanto e spesso fa sorridere. Quello che ti fa sentire grande come un adulto o che ti ridà i sogni di un ragazzo. Touch Rugby, eccola la parolina magica, eccola la proposta nuova da cogliere al volo per uscire dalla noia dell’aria fritta di questi tempi e dallo scricchiolìo di corpi goffi e traballanti. E’ da un po’ che il buon Emanuele ce ne parla e spinge alla caccia di un sogno, è da un po’ che la cosa sta affascinando anche noi. E allora, sai che c'è, senza altri indugi, eccoci tutti lì, 9 febbraio, Delfini Erranti Touch Rugby Taranto: il vagito del neonato si fa più sonoro. E’ sempre training da pionieri o quasi, ma è già qualcosa più di un’idea. Certo che ci sono gli alfieri: Walter, Carlo ed Alessandro, con Emanuele reduci dalla bella esperienza di Perugia, ma ci sono anche altre facce amiche, vecchie e nuove, allegre soprattutto, anche qualcuna femminile, incoraggiante, tutti a pendere dalle parole del guru, a conoscere ‘sta palla ovale e i suoi segreti rimbalzi, a riempire di corse, di saltelli e di entusiasmo un sabato diverso. E non finisce qui: Marcello e Robertino, padre e figlio, per un pò spettatori, ad un certo punto mollano gli ormeggi e partono anch’essi per l’insana avventura. Naturalmente images by superstar Ivana, implacabile nel riprendere tutto, anche le carciofate degli atleti in erba, anzi sull’erba. Forte coach Emanuele che si sbraccia e si illumina nell’insegnare il sacro touch-verbo a dei dilettanti ricchi di volontà ma un po’ scarsini ad esperienza: la marcatura, il passaggio all'indietro, il roll ball e il retrocedere della difesa dopo il tocco. E dai e dài, un po’ alla volta il mistero si dirada, e si fa largo il divertimento puro, la voglia di giocare e di partecipare. La stanchezza? Questa sconosciuta … ehm … durante il gioco … ma siccome ogni bel gioco dura poco, i presenti un po’ matti forse … hanno esagerato. Vabbè, il “chi se ne frega” si leggeva chiaro! Un po’ di pazienza, mister Novellino, noi siamo erranti e appunto va da sé che ogni tanto erriamo. Ma stai tranquillo, ce la metteremo tutta. Dopo un sabato così bello e sereno, il sogno deve continuare. Alla prossima. Francesco Calìa. VIDEO |