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Vincenzo Quero nominato "Maestro Benemerito"
martedì 16 aprile 2013 da Antonio Bargelloni Addetto Stampa
Vincenzo Quero nominato maestro benemerito
Una vita spesa sul ring per formare talenti e soprattutto uomini. E dopo 43 anni arriva il riconoscimento più bello. Vincenzo Quero, classe 1947, nei giorni scorsi è stato nominato dalla Federazione Pugilistica Italiana “maestro benemerito”. Una onorificenza che spetta a pochissimi tecnici nel mondo della boxe, raggiungibile non solo con una lunga militanza in palestra, ma anche e soprattutto con i risultati tecnici e le qualità umane. L'attestato è stato consegnato al maestro tarantino a Corato, in occasione del Torneo “Club degli Azzurrini – Ermanno Marchiaro”, in una cerimonia cui hanno preso parte tre consiglieri federali, Massimo Scioti, coordinatore del settore tecnico della Fpi, Vittorio Lai, vicepresidente, e Sergio Rosa. Insieme a Quero sono stati premiati due tecnici campani, i maestri Giuseppe Perugino (S. Prisco) e Raffaele Munno (Marcianise). Il riconoscimento giunge al culmine di una lunga carriera da tecnico, iniziata nel 1970, quando Quero era ancora pugile dilettante. Fondò insieme a Domenico Chiloiro la società che porta il loro nome, “Quero – Chiloiro”, ed il suo primo grande successo da tecnico fu proprio il titolo europeo professionistico conquistato dal suo “socio” a Lignano Sabbiadoro nel 1972, anno in cui Quero vinse il suo ultimo titolo italiano dilettantistico da leggero. Lo aveva già vinto nel 1969, l'anno prima era stato campione delle Forze Armate, aveva anche vinto un bronzo agli Europei Juniores nei leggeri. Sempre nel 1972, dopo aver rifiutato la convocazione per le Olimpiadi di Monaco (gli fu proposto di passare superleggero), passò professionista, senza mai smettere di allenare pugili dilettanti, raggiungendo il titolo italiano nel 1975. Chiusa l'attività agonistica nel 1979, si dedicò soltanto alla crescita dei pugili nella palestra di via Emilia, dalla quale in quattro decenni sono usciti tanti campioni italiani assoluti e giovanili (Eupremio Epifani, Claudio Nitti, il figlio Cataldo, per citarne alcuni). Nei primi anni da tecnico gli fu offerto di entrare nello staff tecnico federale, ma ha sempre preferito lavorare nella sua Taranto. Rifiutò anche l'invito a prendere parte al corso di Maestri dello Sport al Coni nazionale. Nel 2005 la Fpi lo insignì del titolo di “maestro”. Ora il massimo riconoscimento, “maestro benemerito”, attribuito a pochi tecnici e assegnato ogni quattro anni; in Puglia l'unico benemerito è il decano Lorenzo Delli Carri, di Foggia. «Ho sempre rifiutato le “vetrine” restando nella mia Taranto – ha detto dopo la consegna dell'attestato – e non mi pento delle scelte. Questo titolo mi onora, perché l'ho ricevuto senza “cercarlo”, non so fare il... ruffiano». Maestro di sport e di umiltà. Da sempre.
L’addetto stampa Antonio Bargelloni 334-6764738 |