da Valerio L'Abbate
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LA PUGLIA IMPORTA CIRCA
80MILA TONNELLATE DI LATTE E DERIVATI E OLTRE 55MILA DI CARNE E PRODOTTI A BASE
DI CARNE
A renderlo noto è il
deputato L’Abbate (M5S) che ha effettuato un accesso ai sistemi Traces e
Sintesis, i certificati elettronici per scambi import/export. “Sistemi utili di
grande sicurezza che dovrebbero essere fruibile a tutti i consumatori a livello
regionale”
Le imprese della Puglia hanno importato nel 2017 un ammontare
totale 79.496 tonnellate di latte e suoi derivati e ben 55.733
tonnellate di carne e prodotti a base di carne. I dati, estratti dal
sistema informativo nazionale Sintesis per gli scambi comunitari e dal sistema
informativo dell’Unione Traces per le importazioni dai Paesi terzi vedono la
nostra regione intrattenere rapporti commerciali per queste due tipologie di
prodotti quasi esclusivamente con altri Stati Membri dell’Unione europea. Per
quanto concerne la carne, ad esportare maggiormente in Puglia è la Germania
con 15.701 tonnellate, seguita dalla Francia con circa 13.250 e dalla
Polonia con 12.373 tonnellate. Meno significative le importazioni da Spagna
(4.138), Olanda (2.950), Romania (2.948) e Austria (1.890). Le uniche
importazioni extracomunitarie si riferiscono a 67 partite di carne dalla
Repubblica di Macedonia pari a circa 553 tonnellate. Per il latte ed i
prodotti a base di latte, spicca ancor di più il peso delle importazioni dalla
Germania, pari a circa 44.523 tonnellate. Le altre importazioni
maggiormente significative sono dall’Austria (11.221 tn), dalla Repubblica Ceca
(10.701) e dalla Francia (8.415).
“Dal suo esordio nel 2004, il cosiddetto sistema informatico
veterinario Traces per la segnalazione, la certificazione, il controllo delle
importazioni, delle esportazioni e degli scambi di animali e prodotti di
origine animale, ha ampliato il raggio d’azione ma c’è ancora molto da fare
– commenta il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, componente M5S in
Commissione Agricoltura alla Camera – Questo sistema, infatti, si
inserisce quale collegamento tra le organizzazioni (operatori economici) e le
figure di controllo istituzionali, nell’ambito delle rispettive competenze e
rappresenta un sistema di grande sicurezza. Molto utile per avere contezza di
ciò che importiamo e da dove, il Traces presenta però delle limitazioni poiché –
spiega L’Abbate (M5S) – attualmente riservato solo agli ‘addetti ai
lavori’. Una sua fruizione a livello regionale per tutti gli utenti, invece,
sarebbe utile a mio parere per conoscere, ad esempio, ciò che viene importato
nella propria regione d’appartenenza, al fine di divenire consumatori ancor più
consapevoli nella scelta dei prodotti”.