La
conferenza stampa del 7 dicembre 2017 è
stata convocata a Taranto da varie
associazioni
che hanno raccolto le firme per l’esposto ILVA-ENI.
Oggi presentiamo la
raccolta
di firme (che ha superato le millecinquecento) a supporto dell’esposto
che
documenta
una serie di criticità con abbondante
documentazione di immagini e dati. La
situazione
ambientale a Taranto continua ad essere grave ed è per questo che riteniamo
vada
abolita l’immunità
penale concessa ad ILVA nel 2015 e prorogata fino al 2023 con il
DPCM
impugnato da Comune e Regione.
Perchè il DPCM impugnato garantisce l’immunità penale
Il
decreto legge n.1 del 5/1/2015 art.2, comma 6 stabilisce l'immunità penale con queste
parole
che si riferiscono al piano ambientale definito nel DPCM del 14/3/2104:
"Le
condotte poste in essere in attuazione del Piano (...) non possono dare luogo a
responsabilità penale o amministrativa del commissario
straordinario e dei soggetti da
questo
funzionalmente delegati". Con l'art.1 comma 4 lettera b del decreto legge
n. 98 del
9/6/2016
l'esenzione dalla responsabilità
penale o amministrativa è estesa
all'affittuario o
all'acquirente.
Con il DPCM impugnato di fronte al TAR da Comune e Regione l'immunità è
estesa
fino al 2023 in quanto entra in vigore un nuovo cronoprogramma fissato nel DPCM
stesso.
La nostra posizione dopo la visita lampo del ministro
Calenda a
Taranto
Alla
luce della Conferenza Stampa del Sindaco di Taranto Rinaldo Melucci e del
Presidente
della
Regione Puglia Michele Emiliano occorre comunicare la nostra posizione.
Al
Comune e alla Regione chiediamo che non si ceda di un millimetro sul diritto
alla legalità.
Ritirare
il ricorso al TAR significherebbe rinunciare ad una verifica di legalità sull’operato del
governo
che con un decreto ritiene di spostare al 2023 adempimenti importantissimi per
la
messa
a norma degli impianti. Abbiamo letto sulla nuova autorizzazione AIA che
persino i
certificati
di prevenzione incendi degli impianti più
pericolosi verrebbero differiti al 2023
quando
dovrebbero essere già pronti. Non si
può far vivere i lavoratori e l’intera città nel
pericolo.
Noi sosteniamo e sosterremo l’azione del Comune e della Regione se la
Regione e il
Comune si impegneranno sul ripristino della vera legalità compromessa da questo
DPCM che consente di estendere l’immunità penale ai nuovi padroni dell’ILVA fino al
2023.
La
questione dell’immunità penale per l’ILVA rappresenta oggi il vero
baricentro di tutta la
questione
sul tappeto in questo momento. La questione dell’immunità è
ignorata ma esiste.
E
noi non vogliamo che a Taranto venga consentita quella che consideriamo una
potenziale
“licenza d’uccidere” garantita per legge. Ed è per questo che vogliamo a Taranto un
Osservatorio
mortalità in tempo reale per
verificare ufficialmente in modo istantaneo se i
decessi
a Taranto sono tornati nella normalità
o se permangono più elevati rispetto
all’atteso. Questo lo chiediamo per mettere sotto osservazione
in particolare i Wind Days.
Invitiamo
tutte le associazioni interessate a sostenere questo movimento di cittadinanza
attiva.
E chiediamo al Comune e alla Regione di farne parte assieme a noi. Per questo
ci
siamo
dati appuntamento in Municipio, dove per altro alle 11.30 vi sarà un incontro
istituzionale
organizzato dal Comune sui Wind Days a cui siamo stati invitati e a cui
parteciperanno
anche ASL e ARPA.
Noi
riteniamo importante che con Comune e Regione venga condiviso un percorso a
tutela
dei
cittadini che porti ad un nuovo piano regionale qualità dell’aria per Taranto che
parta
proprio
dalla questione Wind Days e che si riverberi sull’AIA
in termini di prescrizioni.
Concludiamo
con la sintesi dei punti imprescindibili per noi.
● L’immunità penale per
l’ILVA deve essere abolita.
● Il
Tavolo per Taranto si deve fare a Taranto e non a Roma.
● Al
Tavolo per Taranto devono poter partecipare le associazioni.
● Il
Tavolo per Taranto deve avere una trascrizione di quanto si dice, rendendo
trasparenti
le posizioni, come avviene nelle sedute del Parlamento, dei consigli
comunali,
ecc.
● Il
Tavolo per Taranto deve rispettare la Convenzione di Aarhus (ratificata con
legge
108/2001)
sulla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali.
Perché siamo legittimati a partecipare
al Tavolo per Taranto
La
tutela degli interessi collettivi non è
prerogativa solo delle associazioni sindacali se tali
interessi
collettivi riguardano l’intera comunità e sono estesi alla tutela della salute e
dell’ambiente, come è il
caso del Tavolo per Taranto.
Vi
è giurisprudenza sufficiente per
sostenere la nostra partecipazione ad un processo di
confronto
comunitario (come il Tavolo per Taranto) che riguarda interessi collettivi per
la cui
tutela
ci siamo costituiti in associazione.
Va
chiarito che per interessi collettivi si intendono gli interessi di cui sono
portatori “enti
esponenziali” della collettività
(ossia enti collettivi) che nel loro statuto e nella loro azione
continuativa
e concreta perseguono interessi sociali ben individuabili, specie se attengono
a
beni
comuni giuridicamente tutelati.
Vi
sono a Taranto enti che si sono costituiti parte civile nel processo ILVA e che
hanno tutte
le
prerogative per non essere esclusi al Tavolo per Taranto.
Appello
lanciato nella conferenza stampa del 7/12/2017 e firmato da
Genitori
Tarantini, PeaceLink, Verità
per Taranto, Wwf Taranto.