da Giovanni
Vianello
Collaboratore del
cittadino portavoce Diego De Lorenzis
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Brindisi: nuovo
gasdotto dall'Albania.
De Lorenzis (M5S):
Governo blocchi questa ennesima follia!
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Nel decreto direttoriale del 31 gennaio 2017 del Ministero
dello Sviluppo Economico sull’aggiornamento della Rete Nazionale dei Gasdotti,
tra i gasdotti che dall’estero porteranno il gas in Italia, c’è ancora EAGLE
LNG che interconnetterĂ , tramite metanodotto di 110 km di lunghezza ricadenti
in mare e 18 km in terraferma, un rigassificatore in Albania a Brindisi.
Sull’argomento interviene il deputato pugliese Diego De Lorenzis, componente
del M5S in Commissione Trasporti alla Camera, primo firmatario di un'interrogazione
a Gentiloni e Calenda.
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Il gasdotto è stato proposto dalla società «Burns S.r.l.» il 26
giugno 2012. Nel 2016 il Governo in una comunicazione alle Camere riguardante
un carteggio con l’Europa si era dichiarato contrario a questo nuovo gasdotto
che sbarcherà in Puglia, ma dall’aggiornamento al 2017 della rete nazionale dei
gasdotti, EAGLE LNG risulta ancora presente.
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“Il PD continua con una politica energetica scellerata!” - dichiara il deputato - “EAGLE LNG è
ancora vergognosamente presente nella lista dei gasdotti e arriverĂ in Puglia!
Per il PD non bastano gli inutili gasdotti TAP e Poseidon: confermando per
l’ennesima volta l’assenza totale di visione, favoriscono ancora le fonti
fossili, aumentando la nostra dipendenza dall’estero!”
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I Governi italiani hanno previsto questo gasdotto sin dal 1
gennaio 2013, l’Unione Europea nel 2016 ha quindi incluso questo gasdotto tra
quelli di interesse comune e a breve potrebbe inserirli in quelli definitivi da
realizzare, esattamente come è avvenuto per TAP e Poseidon.
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“Il Governo PD” -
continua il De Lorenzis - “è uguale al Governo Monti e Berlusconi,
sono cambiati i volti ma la politica energetica è sempre la stessa da venti
anni! Non solo per i gasdotti ma anche per gli impianti che ammazzano il nostro
territorio come Cerano e gli inceneritori: ancora una volta è evidente che
questi politicanti dal centro destra al centro sinistra sono divisi a parole ma
uniti nel condannare i cittadini ad una politica energetica obsoleta!”
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“Il piano energetico del M5S è l’unica alternativa virtuosa
alle proposte di questi cialtroni! Si prevede entro il 2050 l’azzeramento
totale dell’uso di fonti fossili garantendo una maggiore autonomia energetica
all’Italia. Non ci stancheremo mai di lottare per “democratizzare” la
produzione di energia permettendo ad ogni cittadino di poter creare energia e
scambiarla con gli altri. Cambiare politica energetica” - conclude
De Lorenzis - “significa maggiore tutela della salute e dell’ambiente
e soprattutto creare nuova occupazione: un cambiamento per l’Italia da attuare
immediatamente!”
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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S
Membro della
Commissione ambiente e sanitĂ
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Ufficio comunicazione - 9 marzo 2017
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COLTIVAZIONE E USO INDUSTRIALE
DELLA CANAPA IN ITALIA, ESPERTI E OPERATORI NE HANNO PARLATO AL PARLAMENTO
EUROPEO
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"I molteplici usi della
canapa: rigenerazione del suolo e bio-economia", di questo si è parlato il
7 marzo scorso a Bruxelles presso il Parlamento europeo, durante un convegno al
quale hanno partecipato esperti, studiosi, operatori, rappresentanti della
Commissione Ue e gli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Marco Zullo che
hanno organizzato l'evento.
La canapa - è stato detto durante
i vari interventi - è una delle materie prime più sottovalutate e bistrattate,
perché il suo utilizzo è stato associato stupidamente e volutamente solo alle
controversie sull'uso come stupefacente. Una strumentalizzazione montata ad
arte per consentire alle lobby del petrolio, alle industrie del tabacco, e
dell’alcool e ad un mucchio di aziende chimiche e dell'edilizia di non avere come
concorrenza una risorsa di questo tipo.
Dalla pianta della canapa
industriale infatti si possono ricavare tessuti, corde, farine alimentari, oli,
fino ai materiali per l'edilizia sostenibile. Non solo. Le piantagioni di
canapa, coltivate su terreni inquinati, sono usate anche come metodo di
bonifica per ridurre gli effetti devastanti dell’uomo sul clima e
sull'ambiente. La canapa assorbe i metalli pesanti attraverso la
fitodepurazione e non richiede fitofarmaci per la sua coltivazione. Per
l'Italia le colture di canapa sarebbero molto importanti per bonificare
tantissimi siti industriali: dall'Ilva di Taranto alla Terra dei fuochi, dalle
aree ex Enichem in Puglia e Calabria, all'ex Liquichimica di Potenza. Poi ci
sono ex discariche e centinaia di discariche abusive da risanare.
Per la bioedilizia la canapa ha
delle proprietà straordinarie perché ha una bassa densità , basso peso
specifico, alta capacitĂ isolante e fonoassorbente e resiste alle azioni
sismiche. Ci troviamo, quindi, davanti ad un settore industriale che può
rivelarsi una risorsa strategica per l'economia dei territori del nostro Paese.
I relatori intervenuti sono stati: Rachele Invernizzi
(Federcanapa), Manuela Tolve (Lucanapa), Gianmaria Iorio (Campanapa), Michele
Giacalone (Canopea Srl), Davide Busatto (Assocanapa Veneto), Antonio Formisano
(UniversitĂ di Napoli, Dipartimento ingegneria e architettura), Tomasz
Calikowski e Michel Quicheron (Commissione Ue). Inoltre, erano presenti vari
operatori, esperti e studenti provenienti da molte regioni italiane.
In alcune fasi del convegno, i
rappresentanti delle associazioni e delle aziende hanno messo in evidenza che
uno dei problemi da affrontare è quello che mancano i macchinari per utilizzare
pienamente la fibra di canapa industriale e renderla remunerativa sul piano
economico. Un appello è stato lanciato alle università italiane affinché si
occupino di questo settore.
I rappresentanti della
Commissione europea hanno presentato i Programmi di finanziamento della Ue che
prevedono fondi per sostenere lo sviluppo della canapa. In particolare hanno
presentato il Programma Life per la decontaminazione dei terreni e le misure per
la bio-economia e i bio-prodotti avanzati provenienti da fonti rinnovabili.
Gli eurodeputati del M5S Pedicini
e Zullo, che hanno coordinato i lavori, hanno preso l'impegno che continueranno
ad occuparsi del tema canapa nelle commissioni Ambiente e SanitĂ e Agricoltura,
di cui fanno parte.
Va, infine, aggiunto che il 14
gennaio scorso è entrata in vigore la nuova legge italiana sulla canapa
industriale, la numero 242 del 2 dicembre 2016. Quindi, ora si ha finalmente un
quadro legislativo che può valorizzare le caratteristiche distintive della
canapa in Italia, dove si sta verificando una rapida diffusione della
coltivazione dalla Puglia al Piemonte, dal Veneto alla Basilicata, ma anche in
Lombardia, Friuli, Sicilia e Sardegna. Le novitĂ introdotte dalla nuova legge
sono principalmente tre: non è più necessaria alcuna autorizzazione per la
semina di varietĂ di canapa certificate con contenuto di Thc al massimo dello
0,2%. La percentuale di Thc nelle piante analizzate potrĂ oscillare dallo 0,2%
allo 0,6%. Sono previsti finanziamenti nell’ordine massimo di 700mila euro
l’anno per favorire il miglioramento delle condizioni di produzione e
trasformazione nel settore della canapa. La nuova legge potrebbe essere il
supporto necessario per incentivare la coltivazione e far nascere un’economia
più attenta all’ambiente ed al futuro con l’obiettivo di tornare a produrre in
grandi quantitĂ la miglior canapa del mondo. Una nuova filiera produttiva per
creare nuovi posti di lavoro.
All’inizio del 1900, prima
dell’avvento del proibizionismo, in Italia venivano coltivati più di 100mila
ettari di canapa all'anno. Nel 2015 ne sono stati coltivati poco piĂą di 3mila.
Prima degli anni 50, l'Italia era uno dei maggiori produttori di fibra di
canapa di qualitĂ , piĂą avanti dell'Italia c'era solo la Russia.
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Ufficio comunicazione
- Cellulare 3920460174
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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato
del M5S
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da Giovanni
Vianello
Collaboratore del
cittadino portavoce Diego De Lorenzis
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AutoritĂ di Sistema Portuale
di Bari/Brindisi: Patroni Griffi, Presidente.
De Lorenzis (M5S): “Proposta inaccettabile!”
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Sulla proposta di nomina del Governo per
la presidenza dell’Autorità di sistema portuale del mare adriatico Meridionale del Professore Ugo Patroni Griffi votata oggi della
Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, con 30 presenti, 28 votanti,
17 favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti, interviene
il deputato pugliese del M5S, Diego De Lorenzis, della Commissione Trasporti,
Poste e Telecomunicazioni alla Camera.
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“Dopo aver segnalato ovunque, l’inopportunità della nomina di
Patroni Griffi” -
dichiara il deputato - “ il
Governo senza rispondere alle nostre obiezioni in 4 interrogazioni e senza
consentire alcuna discussione né partecipazione, ha confermato la sua proposta
inaccettabile in Commissione: il M5S è stato ovviamente contrario perché
si tratta dell’ennesima nomina con il
solito vecchio metodo spartitorio da Prima Repubblica, condito dalla deriva
accentratrice del nomina diretta del Ministro, frutto della recente e aberrante
riforma portuale.”
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“Oltre alla questione di metodo” - continua il deputato - “privo di trasparenza e forse figlio di
logiche partitiche e familistiche, a fondare la nostra opposizione è anche il merito della
nomina specifica, dato che al Professor Patroni Griffi potrebbero essere riconducibili notevoli interessi
economici e commerciali privati con delle società che operano nell’area
portuali di Bari e quindi è in potenziale conflitto di interesse con la carica
che andrebbe a ricoprire.”
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Il Professor Patroni Griffi, infatti, risulterebbe in evidente conflitto di
interessi, generalizzato e permanente, tra controllore e controllato, in quanto
con i suoi provvedimenti in ambito di concessioni demaniali da Presidente
interverrebbe in maniera decisiva sull'attivitĂ di due societĂ : la prima, la
CDS marine srl "cantiere nautico" che è concessionaria di area
demaniale marittima nel porto di Bari di circa 5.000 mq facente capo al Sig.
Nicola Signorile, legato da parentela con lo stesso Griffi, nonché socio e
Amministratore delegato della società SAICAF Spa di Bari, della quale è socio
anche Griffi; la seconda è Il Circolo della Vela di Bari, la cui presidente è la
Sig.ra Simonetta Lorusso, zia del Professore Patroni Griffi, che è
concessionario di un'area demaniale marittima di complessivi 3.039 mq nel Porto
di Bari che, come da accordi con l’Autorità portuale, nella stagione
crocieristica viene utilizzata per le operazioni di imbarco e sbarco dei
passeggeri delle navi MSC Crociere. Pertanto, è evidente che, qualora il
Professore Patroni Griffi dovesse esser nominato Presidente dell’AutoritĂ
portuale, a causa dei legami familiari e delle quote che detiene nelle societĂ
citate, risulterebbe in palese conflitto di interessi nella gestione, nella
vigilanza e nel rinnovo delle concessioni demaniali, di cui si occuperebbe
perché direttamente ricadenti nel porto di Bari, rendendo impossibile la
garanzia di imparzialitĂ dell'azione amministrativa.
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“La nomina del candidato proposto dal Governo” - incalza il deputato - “risulta ancor più irricevibile in quanto
il Professor Patroni Griffi risulta esser attualmente imputato in un processo
penale con l’accusa di truffa e falso ideologico. Se non bastasse tutto
questo per bollare come irricevibile la proposta di nomina del Governo si
aggiunge anche un problema di (in)competenza visto che, secondo la legge, si
impone una “comprovata esperienza e qualificazione professionale nei settori
dell’economia dei trasporti e portuale” che per il Professor Patroni Griffi
viene “certificata” dal Ministro Delrio. Questo svelerebbe anche che
all’interno del PD, tutte le faide sono finti scontri, volti solo
all’accaparramento delle poltrone per i propri amici e al mantenimento del
potere.”
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“E’ inaccettabile procedere
a nomine in ruoli chiave delle Istituzioni secondo queste logiche intrise di
conflitti di interessi e lontane dalla irrinunciabile meritocrazia e dalla
indispensabile specchiata moralitĂ .
Abbiamo chiesto senza esito la pubblicazione degli oltre 200 curricula
giunti per le presidenze delle nuove 15 AutoritĂ di Sistema italiane sul
sito istituzionale del Ministero dei Trasporti perché siamo certi che, nel
nostro Paese, esistano candidati capaci, competenti, esperti e idonei a
ricoprire quel ruolo senza possibili conflitti di interesse. Ovviamente” - conclude De Lorenzis - “il Governo ha preferito non rispondere!”
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