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CERIMONIA DI CONSEGNA DEL GAGLIARDETTO DI "UN VOLO PER LA VITA"
30 Novembre 2002 - Sala degli Specchi - Palazzo di Città - Taranto
Ecco il testo dell'intervento effettuato dal Presidente dell'Associazione "Delfini Erranti" durante la cerimonia :

"La nostra Associazione è nata e si sta sviluppando soprattutto su di un sito internet. Dal nome è facile intuire che è composta in larga parte da tarantini costretti a vivere lontani da Taranto. Al ns. sito si sono iscritti e si iscrivono da tutta Italia ed anche dall’estero tarantini di ogni età, di diverso livello sociale, culturale, politico, ma tutti ancora molto molto legati alla città. Una passione che non si cancella. Quotidianamente messaggi, scambi, battute, simpatia in salsa tarantina, diciamo rossoblu. Con una piccola rassegna stampa ci teniamo informati su tutto quanto avviene nella ns. città. Le distanze con internet si sono sorprendentemente e fortunatamente accorciate. Stiamo anche noi perciò in questi giorni seguendo, vivendo con ansia, col massimo interesse, molto di più di quanto già non facessimo fino a qualche tempo fa, il problema dell’inquinamento, la questione Ilva. Il dibattito sulla bozza d’accordo Regione-Riva.
E facciamo questo non per divertimento, non perché abbiamo tempo da perdere su internet, ma perché Taranto ci manca, ma soprattutto perchè a Taranto abbiamo parenti, padri, madri, fratelli, amici, perché per questo problema dell’inquinamento parecchi di noi hanno perso padri, madri, parenti, amici.
Purtroppo continuiamo a leggere che il problema non si risolve: certe cifre fanno rabbrividire. A Taranto la mortalità supera del 10% il valore regionale. E la mortalità causata dal cancro sale ad oltre l’11%. E la mortalità per cancro polmonare o pleurico supera del 32% il valore regionale e del 303% il valore nazionale. Sono numeri terribili.
Purtroppo si continua a parlare. Ci sono state le ordinanze, ci sono stati gli ordini della magistratura, c’è la gente che continua a morire, ma qui si continua a parlare. Ora si sta discutendo se per venire incontro alle richieste e alle esigenze di Riva si debbano spostare palazzine o parti di cimitero.
Invece di andare a monte e costringere, con la forza del diritto e della legge, chi il danno lo produce a mettersi in regola e a rispettarla la legge, così come viene fatto in altri paesi industrializzati dell’occidente, dove non ci sono questi numeri da strage, spesso qui si pensa a non fare innervosire troppo il padrone, ora addirittura spostando i vivi e i morti.

C’è chi pensa di accettare quei soldi e chinare la testa. Tanto non cambia mai niente.
C’è addirittura a Taranto chi dice che è meglio morire di cancro che morire di fame.
Impressionante. Impressionante come ci siamo ridotti. Secondo noi la soluzione invece c’è. Ed è il coraggio. Il coraggio di dire a Riva che qui può stare, per carità, gli utili li può accumulare, come no, ma che deve rispettarci, deve rispettare chi gli procura utili e profitto, semplicemente deve rispettare la legge, deve mettersi in regola con le lavorazioni, con le uscite di fumo, di gas, le polveri? Le deve seppellire le polveri, meglio seppellire polveri che uomini, deve manutenere gli impianti, fare finalmente prevenzione antinfortunistica, praticare orari di lavoro da cristiani, investire invece di tagliare e minacciare.
Spesso Riva chiede cosa deve fare, e si preoccupa di sapere se la città lo accetta.
Bene, bisogna dargliele le risposte. Lui continua a dire che nessuno gli risponde a Taranto.
Bisogna avere il coraggio di dirgli che deve rispettare le varie normative, basta informarsi, leggere, adeguarsi. Ecco cosa deve fare. E vedrà che la città lo accetterà senz’altro. Deve decidersi a rispettare gli uomini e il territorio che gli danno ricchezza. Se farà questo il dialogo che invoca, e che insieme a lui invoca il presidente Fitto, ci sarà certamente.
Nel frattempo però, nell’attesa che si sviluppi un dialogo con Riva, non sarebbe male, anzi diventa sempre più urgente, che si pensi ad attivare altre possibilità per la ns. città: recuperare la nostra storia e le ns. tradizioni non è un optional per aree così povere come la nostra, è fonte di ricchezza e di posti di lavoro, così come da qualche anno stanno facendo nel vicino Salento, pensare in modo intelligente alle risorse del mare, e soprattutto rispettarlo, valorizzarlo, promuoverlo il ns. mare.
Se non si facesse urgentemente questa ricerca di vie alternative ci siamo chiesti che cosa resterebbe a Taranto nel caso Riva decidesse di andare via, o se le condizioni del mercato lo costringessero ad andare via? Riva o gli imprenditori come lui sono valore aggiunto o valore sottratto? Andando via cosa lascerebbe in termini di professionalità, spirito manageriale, ricchezza per il territorio? E cosa avrebbe sottratto invece in termini di vite spezzate, ambiente degradato, malcostume aziendale? Bisogna perciò trovare e subito il coraggio, di rapportarsi con giudizio ma con fermezza a Riva, ma andare anche oltre Riva, l’Ilva, la monocultura dell’industria pesante.
In questa ottica noi nel ns. piccolo siamo disponibilissimi a fornire a chiunque ce le chiedesse le nostre esperienze maturate in altre realtà, il confronto e il contributo di idee potrà arricchire la volontà di crescita.
Ma c’è sul serio questa volontà di crescita a Taranto? Sarà stato inutile per noi Delfini Erranti fare di tutto per onorare la ns. città e il ns. territorio mandando un Gagliardetto nello spazio, quale simbolo della ns. storia antica,.quale testimonianza di solidarietà, ma anche come anelito di civiltà e di progresso, sarà stato inutile farci apprezzare per i ns. sentimenti, se poi a Taranto queste parole: solidarietà, civiltà, progresso, restano a terra, anzi sotto terra!"

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