OLTRE CON FITTO, ZULLO: “LA
SINISTRA DI GOVERNO NON SI SMENTISCE MAI: PER RISANARE L’AMTAB DI BARI VUOLE
AUMENTARE LA BENZINA”
Dichiarazione del presidente
del gruppo Oltre con Fitto, Ignazio Zullo
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“L’Amtab, la società di trasporto
pubblico del Comune di Bari, è praticamente sull’orlo del baratro per anni di
sciagurata gestione e incapacitĂ amministrativa del centrosinistra barese. E la
soluzione quale sarebbe? Far pagare il prezzo di questo fallimento ai pugliesi
facendogli pagare la benzina un centesimo di euro in piĂą a libro, in modo da
far quadrare i conti aziendali e far funzionare a meglio il servizio.
E’ questa la proposta che il
sindaco di Bari, Antonio Decaro, intende fare al presidente della Regione;
Michele Emiliano. Il senso è: la Regione Puglia non contribuisce
sufficientemente a garantire il trasporto pubblico barese e non potendo
chiedere altri soldi pubblici, li chiediamo agli automobilisti, come se fossero
mucche ad mungere.
In realtĂ non ci dovremmo stupire
più di tanto la sinistra al governo è sempre stata quella che ha risolto i suoi
problemi di bilancio aumentando le tasse, ma questa volta siamo a dir poco
sconcertati. Dal sindaco di Bari e della CittĂ Metropolitana ci saremmo
aspettati un atteggiamento piĂą responsabile: di fronte allo sfascio economico e
ai disservizi quotidiani dell’Amtab avremmo voluto sentirgli parlare di
efficacia, efficienza, economicitĂ , ma soprattutto di lotta agli sprechi e alle
clientele.
Capiamo bene che progetti di
risanamento ed efficientamento delle aziende pubbliche costano impegno e
fatica, più facile aumentare le tasse, ma fin d’ora ammoniamo il presidente
Emiliano di non presentare al Consiglio regionale nessuna  proposta di
aumento della benzina per risanare le casse dell’Amtab,  visto che per
altro per dieci anni è stato lui a scegliere il management della spa, anzi
farebbe bene a consigliare al renziano Decaro di rivolgersi al suo amico
premier: inviti Renzi a ridurre i prelevamenti statali sugli enti locali in
modo che, a cominciare dai Comuni, abbiamo piĂą disponibilitĂ di cassa per
garantire servizi alla collettività ”.
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Bari, 7 agosto 2015
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Sintesi conferenza
Stampa 7 agosto 2015
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QUESTIONE ILVA, OLTRE CON
FITTO: “BASTA SILENZI, IL GOVERNO DICA SE ESISTE UN PIANO PER LO STABILMENTO E
PER TARANTO”
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Questione Ilva: è necessario e
urgente fare chiarezza sul piano industriale, sul futuro dello stabilimento,
sul reale reperimento delle risorse economiche necessarie per tutte le opere di
ambientalizzazione e bonifiche.
Questa in sintesi la posizione
dei Conservatori e Riformisti di Taranto che questa mattina hanno tenuto una
conferenza stampa (sono intervenuti l’on. Gianfranco Chiarelli, il
consigliere regionale Renato Perrini e i consiglieri comunali di Taranto
Antonino Cannone e Cataldo Renna) per illustrare le loro
perplessità sullo stato dell’arte dello stabilimento anche di fronte a un silenzio
assordante dei commissari, ai quali è stato richiesto inutilmente un incontro.
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E’ stata anche l’occasione per
l’on. Chiarelli di spiegare perché, il 23 luglio scorso, ha votato contro
l'ultimo provvedimento (l'ottavo) del Governo, che di fatto annulla l'azione
della Magistratura nel momento in cui ha negato la facoltĂ d'uso dopo il
sequestro di Afo2.
“Davanti ad un provvedimento
che meritava un maggiore approfondimento in Aula, per tentare di apportare
ulteriori modifiche sicuramente migliorative del testo – ha detto Chiarelli
- il Governo, ancora una volta, ha preferito forzare la mano, imponendo
impropriamente la questione di fiducia: ha strozzato il dibattito in Aula, cosa
che diventa particolarmente grave alla luce dell’inserimento, da parte della Commissione
Giustizia, di un articolo aggiuntivo che recepisce il contenuto del decreto
“Salva Ilva”, segnando un ulteriore capitolo di una storia che ha gravissime
ricadute sul piano occupazionale, produttivo e strategico della Puglia e
dell’intero Paese, che, ad oggi, nonostante i numerosi e reiterati interventi
normativa, non ha ancora trovato una soluzione”.
“Quanto si sta verificando ormai
da tre anni a questa parte – ha continuato il deputato tarantino - dopo
l'intervento della magistratura di Taranto, che ha adottato provvedimenti
gravissimi, quale può essere il sequestro di impianti produttivi di una grande
fabbrica come l'Ilva, non può che definirsi una fuga dalla realtà , o meglio
dalle responsabilitĂ della maggioranza che governa oggi il paese. Â Ben 8
decreti, di cui 7 convertiti in legge. Convertiti anche con il mio voto, che
però, come ho sempre sostenuto nelle mie dichiarazioni, come parlamentare del
territorio direttamente interessato, ho votato, obtorto collo, come estrema
ratio, e con speranza piĂą che altro, per evitare conseguenze sul piano
occupazionale difficilmente risolvibili. La realtà , però, è che, come più
volte ho sostenuto, riferendomi ad esempio ai famosi fondi sequestrati alla
famiglia Riva, che attendiamo sempre di vedere utilizzati, al di lĂ delle
intenzioni, nulla in tre anni si è fatto in concreto per garantire soluzioni
concrete ad un territorio che è stato colpito da diverse crisi, segnato da una
disoccupazione giovanile che supera il 50%, e da condizioni ambientali disastrose”.
“Ma l'ultimo decreto-legge –
ha spiegato Chiarelli - supera il limite della dignitĂ . DignitĂ nostra
di parlamentari, chiamati ad avallare un provvedimento che, al di lĂ del
giudizio di costituzionalitĂ che spetta alla Consulta, nel merito rappresenta
uno schiaffo al nostro stesso sistema di diritto. Perché se è vero che la
magistratura non può preventivamente chiudere i battenti di un’azienda chiave
per il nostro sistema-Paese, è vero anche che non possiamo accettare di
barattare il lavoro con la sicurezza. Ad ogni modo, appare evidente che con l'
ottavo intervento sull’Ilva si sia scoperta in tutta la sua gravità la
incapacitĂ di questo Governo di uscire fuori da uno stallo che ormai
caratterizza questa vicenda”.
 “Il Governo – ha concluso
- dica, una volta per tutte, qual è, se esiste, il piano per l'Ilva e più in
generale per Taranto. Si dica quali risorse sono realmente disponibili. Ora. Si
dicano quali sono i tempi realistici per realizzare in modo completo l'aia, e
le bonifiche”.
Gli fa eco il consigliere
regionale, Perrini: “La situazione Ilva dopo tre anni dal sequestro della
magistratura appare assolutamente confusa e incerta. Da imprenditore che
conosce le dinamiche che interessano una attivitĂ produttiva sono abituato a
verificare i fatti e i fatti oggi dicono che l'Ilva forse comincerĂ a produrre
dopo l'avvio di Afo1 e Acc1 senza però raggiungere i livelli di quando era
leader del mercato (si ipotizza che produca al 60% delle potenzialitĂ ). Oggi il
mercato, anche quello nazionale si e' rivolto ad altri fornitori. La fabbrica
tarantina continua a macinare debiti su debiti ogni giorno. Debiti che si
ripercuotono in modo pesante sull'indotto. Gli autotrasportatori reclamano ben
15 milioni di euro di arretrati. Era stato promesso il pagamento, ma solo il
30% circa è stato liquidato e con un mese di ritardo rispetto alle scadenze
previste”.
“Per questo – ha concluso Perrini - il 5 luglio
scorso ho chiesto un incontro ai commissari per conoscere direttamente da loro lo
stato dell'arte, ma ad oggi non ho ricevuto alcun riscontro. Un silenzio a dir
poco preoccupante: noi siamo perché l' industria continui ad essere presente a Taranto,
ma non a tutti i costi”.
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