“Contro
le trivellazioni impugnare lo sblocca Italia davanti alla Corte Costituzionale.
Il governo attenda l’esito del pronunciamento della Consulta prima di procedere
ad autorizzazioni”
“La
campagna di comunicazione con la quale Greenpeace ha allertato sul rischio di
vedere le piattaforme petrolifere all’orizzonte da Punta Palascìa è certamente
di forte impatto, e rappresenta, ad oggi, una situazione che rischia
concretamente di determinarsi.
Sarà
dovere dell’amministrazione regionale procedere, come già annunciato da Vendola
e da Emiliano, all’impugnazione di fronte alla Corte Costituzionale degli
articoli del decreto c.d. “Sblocca Italia”, che, forti della riserva statale in
materia di politiche energetiche, hanno semplificato l’iter autorizzativo della
ricerca e dello sfruttamento di idrocarburi anche off shore, tagliando fuori le
autonomie locali da ogni concreta possibilità di incidere sugli iter. Bisogna contestare
con forza il fatto che quella riserva nega alle autonomie locali il diritto
fondamentale di programmare il proprio sviluppo economico e quello di procedere
alla tutela ambientale del proprio patrimonio naturalistico.
Ma,
aggiungo, ritengo sia dovere, oltre che un atto di
saggezza politica, del Governo congelare ogni eventuale iter autorizzativo
relativo alle richieste di estrazione del petrolio in attesa del pronunciamento
della Consulta.
Sono
troppo alti i rischi di inquinamento derivanti dall’eventuale autorizzazione
allo sfruttamento del petrolio dei giacimenti dell’Adriatico. Ed è
insopportabile la limitazione, contenuta nello Sblocca Italia, del diritto
della Puglia a perseguire e implementare una strategia di sviluppo che vede
nella risorsa turistica e ambientale – che sarebbe irrimediabilmente
compromessa dall’autorizzazione delle trivellazioni – un caposaldo del sistema
economico verso cui i cittadini pugliesi desiderano procedere”.
Lecce,
25 giugno 2015