PeaceLink ha inviato al Commissario Bondi le proprie
osservazioni al nuovo Piano dell’ILVA che dovrebbe rimodulare (in peggio) la
tempistica dell’AIA.
La novità è che PeaceLink ha fatto proprie e
ha inviato all’autorità competente tutte le osservazioni dei Custodi Giudiziari
contenute nell'ultimo provvedimento del GIP Patrizia Todisco del 5 novembre
2013 nel quale si sottolinea come allo stato attuale vi sono
le condizioni per un fermo degli impianti dell’area a caldo ILVA non a norma.
Le osservazioni del Custodi Giudiziari,
guidati dall’ingegnere Barbara Valenzano, dovranno pertanto essere
obbligatoriamente valutate dagli esperti e dal sub commissario Ronchi.
Fra le osservazioni inviate da PeaceLink a Roma vi è la “violazione
direttiva europea 75/2010 UE per mancata applicazione delle sanzioni“. Abbiamo
scritto: “Il Piano prevede una sanatoria per tutte le prescrizioni non
rispettate e questa è una violazione dell'articolo 8 della direttiva 75/2010 UE
che prevede la “sospensione dell'esercizio dell'impianto” in caso di “pericolo
immediato per la salute umana””.
Oggi PeaceLink invierà le proprie osservazioni
anche alla Procura della Repubblica e alla Commissione Europea in
quanto il nuovo Piano è destinato concedere inaccettabili deroghe e proroghe
all’azienda, e quindi a peggiorare ulteriormente la situazione esistente.
E’ inoltre evidentissimo - ad un’attenta lettura del
Piano - che si tenta di ri-autorizzare impianti non dotati di sistema di
trattamento delle acque di prima pioggia, obbligatorio per legge.
Siamo quindi in presenza di una procedura anomala volta a
far proseguire attività e impianti attualmente non in possesso dei
requisiti. Su questo riteniamo opportuno che faccia piena luce la
magistratura e che ne sia informata anche la Commissione Europea che ha
avviato una procedura di infrazione nei confronti del Governo Italiano.
A tali evidenti anomalie si associa la preoccupazione
dell’opinione pubblica sulla qualità dell‘aria di Taranto.
Le rilevazioni sia di PeaceLink sia dell’Arpa registrano
infatti una elevata concentrazione di IPA (idrocarburi policiclici aromatici)
nell’aria di Taranto, il che ha destato grande attenzione nella popolazione in
quanto alcuni composti degli IPA sono stati identificati come
cancerogeni, mutageni e teratogeni.
In
situazione di calma di vento si sono registrati valori di IPA che sono arrivati
anche a superare i 180 nanogrammi per metro cubo (una concentrazione
riscontrabile al tubo di scappamento di una vecchia aiuto a benzina), un valore
inaccettabile che indica il persistere di gravi problematiche ambientali
irrisolte.
I
controlli degli IPA effettuati da Peacelink con l'analizzatore portatile dei
valori di IPA saranno ulteriormente estesi. Infatti si evidenziano situazioni
di qualità dell‘aria non buona. Le dichiarazioni sulla “eccellente” qualità
dell‘aria a Taranto sono smentire dal perdurare di elevate concentrazioni di
IPA quando c‘è calma di vento o quando il vento proviene dall‘area industriale.
Peacelink
ha inviato una comunicazione ad Arpa Puglia chiedendo di sapere se anche la
strumentazione dell'Agenzia regionale di protezione ambientale (identica
rispetto a quella in possesso di PeaceLink) abbia riscontrato valori così
elevati di IPA. Già tuttavia giungono indirette conferme dalla recente relazione
del dott. Roberto Giua sulla qualità dell’aria nel quartiere Tamburi. Essa
include infatti un eloquente diagramma con l’andamento degli IPA nel quartiere
Tamburi. Dalla sua lettura appare evidente come nelle ultime settimane le
elevate concentrazioni di IPA non siano inferiori rispetto a quelle degli IPA
nel periodo 2009-2010, anni in cui si registrò un’elevata concentrazione di
benzo(a)pirene (che è un componente degli IPA stessi).
Negli
ultimi giorni in particolare PeaceLink ed i suoi esponenti hanno ricevuto
numerose fotografie, video, telefonate da parte di cittadini ed operai che
documentavano il verificare continuo di episodi di inquinamento industriale
legato alla non attuazione dell’AIA, con visibilissime emissioni non
convogliate.
Antonia
Battaglia, nella suo contatto continuo con la Commissione Europea,
presenterà al Commissario all'Ambiente Janez Potocnik anche questi dati e
documenti affinché nell'indagine in corso nell'ambito della procedura di
infrazione aperta il 26 settembre scorso contro l'Italia vengano prese in
considerate le gravissime mancanze e l'inspiegabile silenzio delle istituzioni
rispetto alla situazione in cui versa a presente la città di Taranto. PeaceLink
in particolare fa appello al Prefetto perché faccia eseguire la legge
applicando - dopo l’ultima relazione dell’ISPRA - le sanzioni per persistente
mancato rispetto delle prescrizioni, come già il Garante AIA aveva richiesto.
Il
perdurare di questa grottesca situazione all’italiana - in assenza di dati che
smentiscono gli esiti della perizia epidemiologica commissionata dal GIP -
desta nella popolazione grande preoccupazione. E provoca indignazione il fatto
che si conceda all’ILVA ulteriore tempo per prolungare questa situazione
anomala come se il non rispetto delle prescrizioni non abbia alcun rapporto con
lo stato di salute della popolazione. Attualmente gli impianti dell’area
a caldo, posti sotto sequestro dall’Autorità Giudiziaria e non risanati con gli
interventi previsti dall’AIA, vanno fermati in applicazione del Principio di
Precauzione oltre che della normativa italiana ed europea.
Alessandro
Marescotti
Presidente
di Peacelink
Osservazioni sul Piano ambientale dell'ILVA