Dobbiamo sottolineare l'inquietante ritardo nella
comunicazione al pubblico delle violazioni dell'Aia Ilva.
In queste ore, alcuni siti web hanno comunicato, come se fosse una informazione
carpita segretamente, quella che invece dovrebbe essere una relazione di
pubblico dominio: l'ispezione ufficiale all'Ilva che accerta il non rispetto
dell'Aia. La trasparenza sembra essere il tallone d'Achille di tutta la nuova
gestione Aia del ministro Orlando che pure prometteva novita' rispetto a Clini.
Ci riferiamo all'ispezione Ispra/Arpa all'Ilva del 10 e 11 settembre, la cui
relazione ispettiva e' stata comunicata al Ministero dell'Ambiente il 25
settembre e protocollata il giorno dopo. Ma a cio' non e' seguita alcuna
informazione al pubblico.
E' gravissimo.
E' infatti passato un mese e questa relazione Ispra/Arpa non e' stata apparsa
su alcun sito istituzionale.
Siamo letteralmente sconcertati e indignati.
Infatti - e non e' un caso - la relazione conteneva l'accertamento di ben 11
violazione dell'Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) dell'Ilva.
In un paese europeo normale sarebbero gia' partite le procedure per sanzionare
l'azienda. Ma cio' non e' avvenuto e - ancora peggio - va detto che queste
violazioni erano state gia' accertate anche in precedenti visite ispettive
senza che nessuna autorita' preposta applicasse la legge facendo scattare le
sanzioni, cosi' come richiesto dal Garante della Privacy, rimosso con una
solerzia degna di miglior fine. Oggi, dopo la cancellazione del Garante, si
fanno passare settimane e settimane di silenzio, in attesa, noi riteniamo, che
l'Aia venga provvidenzialmente modificata in peggio dagli "esperti" e
che vi sia una sanatoria delle prescrizioni violate. Questa e' la reale
funzione nel piano ambientale di Ronchi.
Cio' e' inammissibile: la salute non ammette proroghe e sanatorie.
Tutto questo PeaceLink e il Fondo Antidiossina lo segnaleranno alla Commissione
Europea perche' costitisce una grave anomalia tipicamente italiana,
un'intollerabile deroga rispetto alle direttive europee che prevedono sanzioni
e non sanatorie per le industrie che inquinano e non rispettano l'Aia.
Alla Commissione Europea (che tiene aperta la procedura di infrazione
sull'Ilva) e alla magistratura rivolgiamo il nostro appello perche' a Taranto venga
riportata la certezza del diritto e la garanzia della salute.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
www.peacelink.it