CAMPAGNA DI
OBBEDIENZA CIVILE
Il Mancato
rispetto esito referendario arriva davanti ai giudici di pace
Nei prossimi giorni AQP S.p.A.
sarà chiamato a rispondere davanti ai Giudici di Pace pugliesi della mancata
attuazione del secondo quesito referendario. Verranno, infatti, trattate le
cause incardinate davanti ai giudici di pace di Bari, Altamura e Ginosa con cui
i legali del Comitato pugliese “Acqua Bene Comune” – Forum Italiano dei
Movimenti per l’Acqua hanno chiesto di accertare il diritto dei cittadini alla
restituzione di quanto indebitamente percepito da AQP S.p.A. a titolo di
remunerazione del capitale investito e ottenere, così, la effettiva attuazione
del secondo quesito referendario.
Il secondo quesito
referendario chiedeva di abrogare la disposizione del d.lgs 152/06 (TU
ambiente) che garantiva, in capo al gestore, un profitto del 7% a titolo di
remunerazione del capitale investito.
Sebbene l'abrogazione del
disposto normativo sia datata 21 luglio 2011 (giorno successivo alla
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del D.P.R. n.116, del 18.07.2011 che
sanciva l'esito referendario), a tutt'oggi l’Acquedotto Pugliese S.p.A.
continua a caricare tale voce sulla tariffa, eludendo, di fatto, la volontà
popolare espressa con l'altissimo quorum raggiunto dai referendum sulla
gestione dell’acqua e gli altri servizi pubblici locali.
Un comportamento
inaccettabile che non è mutato nel tempo e nonostante la capillare
mobilitazione messa in campo con la campagna di “Obbedienza Civile - il mio
voto va rispettato”, attraverso le migliaia lettere di richiesta di
applicazione dell’esito referendario (inviate anche all'Autorità Idrica
Pugliese, ex ATO) con contestuale diffida nel continuare ad applicare tariffe
fuori legge, nonché manifestazioni e mobilitazioni cittadine su vari livelli.
Tutto questo ci ha costretti ad adire le vie legali.
Indipendentemente dall'esito
delle singole azioni giudiziarie, tale iniziativa rappresenta il tentativo di
riaffermare la legalità offesa dai provvedimenti del governo regionale (come
nazionale) e delle autorità, in particolare dell'AEEG (Autorità per l’Energia
Elettrica e il Gas), che, in spregio ai risultati del referendum e al voto
espresso da oltre 27 milioni di italiani, continuano a ritenere ammissibile il
profitto sull'acqua.
La ripubblicizzazione dei
servizi idrici e la esclusione del profitto dalla gestione rappresentano due
necessari baluardi di democrazia e rispetto della dignità umana soprattutto in
un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo in cui alcune
forze politiche giungono a mettere in discussione anche i diritti basilari di
cui è simbolo e estremo confine quello all'acqua.
Per questo motivo tutti i
cittadini sono invitati a contattare il Comitato pugliese “Acqua Bene
Comune" (segreteriareferendumacqua@gmail.com) per le iniziative
informative e di sensibilizzazione che si svolgeranno partire dal 22 marzo,
Giornata Mondiale dell’Acqua, e in concomitanza alla discussione della causa
civile presso il Tribunale Civile di Ginosa.
Nel mese di marzo si terranno
altre udienze presso il Tribunale di Bari e di Altamura.
Comitato pugliese “Acqua Bene
Comune” – Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua