Quattro chiacchiere con Christian Riganò.

25/04/2002  


L’ appuntamento è in un locale accogliente, anche se un po’ piccolo, lungo il Viale Magna Grecia. Dopo pochi minuti il palato comincia ad essere soddisfatto  e con cibo di qualità: sarà merito del carisma del bomber ? Tra un piatto di antipasti misti ed uno di cozze gratinate, finalmente si riesce a chiacchierare tra amenità e cose serie. Quello che salta subito  agli occhi, è l’ affetto, immenso, che i tarantini nutrono per  Christian,  e quello che il nostro centravanti ricambia, condito di disponibilità e simpatia.
A pochi metri dal nostro tavolo ci sono anche Cariello, Pisano, De Liguori e Ferrajoli, ma gli occhi sono tutti per il centravanti. Gli autografi si alternano alle linguine allo scoglio ed alla frittura di calamari e gamberoni, e tra una portata e l’ altra chiedo a Riganò:
quante probabilità ci sono che resti al Taranto se andiamo in B?
La risposta è lapidaria: “poche”.
Subito appresso Christian precisa: “intendiamoci, non che io voglia scappare! Amo questa città e qui ho ricevuto tanti riconoscimenti che non scorderò mai. Però, come ho già detto tante altre volte, alla mia età (ndr: 28 anni il 25 maggio)  se passa il treno della A, devo prenderlo al volo”.

A questo punto incalzo Christian: e se allora andassi via, quale sarebbe il ricordo più bello e quale quello più brutto delle tue stagioni tarantine?
“Il ricordo più bello è sicuramente quello della promozione lo scorso anno; di ricordi brutti non ne avrei nessuno…”

Il tono della serata sale e Christian inizia a cantare l’ inno della Lazio per far inviperire mia moglie (ndr: romana e romanista). Caspita, non me lo sarei mai aspettato. Certo, meno male che non gioca come canta… E’ il momento del dolce, e Christian mi svela un piccolo segreto: quando giocava con il Lipari, e quindi tra i dilettanti, ha fatto anche il pasticciere in un bar dello zio.

Christian, per quale squadra fai il tifo, a parte il Taranto?
“Sia io che mia moglie Carmen siamo sempre stati tifosi dell’ Inter”.
Non sarà mica lì che vorresti andare a giocare? Nessuna risposta. Ora comincio a parlargli dei Delfini Erranti, dello spirito che anima i frequentatori del sito e delle iniziative che gli organizzatori hanno in serbo. Sembra interessato e comunque ha letto dello striscione contro le cockerie da qualche parte, ma è evidente che preferisce glissare sull’ argomento.

La serata volge al termine, il limoncello scende fresco e copioso nelle nostre anime (in realtà poco in quella di Christian…) e strappo al bomber la promessa che se i play off andranno bene per il Taranto, verrà subito dopo a Roma a fare il turista per caso. Destinazione successiva? Taranto? Serie A?
La sensazione di chi scrive è che in realtà non sarebbe impossibile trattenere Christian a Taranto, in fin dei conti lo vorrebbe anche lui. Se Pieroni usasse dei giusti argomenti, Riganò potrebbe anche restare in riva allo Jonio. Ma non è certamente solo una questione economica. Inciderebbero probabilmente anche fattori di tranquillità societaria che in questa stagione ha fatto un po’ difetto. Credo che il futuro di Christian Riganò dipenderà in buona parte dalle sue scelte, ma anche dalle decisioni del sig. Ermanno Pieroni. Se ha realmente intenzione di portare in alto la nostra squadra non potrà prescindere dal “cecchino delle Eolie” ( bomber di Lipari ha un po’ stufato). Ma è anche vero che tutti noi, se vogliamo realmente essere riconoscenti verso Christian per quello che ci ha regalato in questi due anni, dovremmo augurargli senza dubbio i più grandi successi, in serie A e magari in una competizione europea…

All’ uscita del locale, il cuoco ci raggiunge sulla strada e, brandendo un megafono inizia a cantare: “ce l’ abbiamo solo noi, Christian-Christian, ce l’ abbiamo solo noi, Christian Riganò!”
E’ vero, è proprio così, unico, grande Christian. Grazie sinceramente di tutto, anche per aver pagato il conto della cena….

                                                                       
Ivan Jus