Il Meetup Pulsano, dopo aver
preso atto dell'intervento del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di
Taranto dovuto alla segnalazione del Sig. Cosimo Carrieri, rappresentante
dell'Associazione Caccia pesca e Ambiente della sezione provinciale di Sava, a
causa del pericolo per la pubblica e privata incolumitĂ causato dallo stato
della struttura denominata ex discoteca Calibe, ha formulato apposita richiesta
di messa in sicurezza rivolta al Sindaco di Pulsano, Avv. G. Ecclesia, e
all'ANBSC (Agenzia Nazionale Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalitĂ
organizzata), informando anche S.E. il Prefetto di Taranto, Dott. D.G. Cafagna.
La societĂ proprietaria della
struttura, secondo quanto si apprende dal sito istituzionale dell'ANBSC,
risulta essere stata posta in liquidazione con Decreto n°20699/2015.
Dell'avvenuta liquidazione, purtroppo, non è possibile rintracciare in rete
alcuna informazione e, pertanto, il Meetup Pulsano ha richiesto al Comune di
Pulsano di interfacciarsi con il coadiutore/liquidatore individuato dall'ANBSC
per reperire ulteriori informazioni e per attivarsi quanto prima per la messa
in sicurezza del sito.
Quanto dichiarato dal Sindaco
di Pulsano sull'impossibilitĂ di intervenire sul bene si scontra con la realtĂ
dei fatti poiché proprio il Comune di Pulsano, a guida Ecclesia, ha posto in
sicurezza un immobile, l'ex Residence Girasole sito in Contrada Montedarena,
posto sotto la gestione ANBSC addebitando i costi a carico della stessa per
quota di proprietà , giusta nota ANBSC n°27780/2014.
Il Meetup Pulsano, infine, ha
chiesto attraverso l'istituto dell'accesso civico, copia dell'elenco aggiornato
dei beni sequestrati e confiscati alla criminalitĂ organizzata presenti sul
territorio pulsanese affinché si possano attivare le procedure di messa in
sicurezza a tutela della pubblica e privata incolumitĂ per tutti i restanti
immobili pericolosi presenti sul nostro litorale.
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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S
Membro della
Commissione ambiente e sanitĂ
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Ufficio comunicazione - 13 marzo 2017
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SABATO
SCORSO A GENZANO DI LUCANIA CONVEGNO SUL TEMA: MERCATO DEL GRANO IN PUGLIA E
BASILICATA TRA SICUREZZA ALIMENTARE E SALUTE PUBBLICA
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Che
rischi corrono i consumatori se mangiano pane e pasta prodotti con grano di
provenienza estera coltivato in modo intensivo con contaminanti e pesticidi.
Come vengono salvaguardati i produttori di grano italiano?
Di
questo si è parlato sabato scorso, 11 marzo, a Genzano di Lucania durante un
articolato convegno interregionale sul tema: "Mercato del grano in Italia,
Puglia e Basilicata. Politiche europee, sicurezza alimentare e sanitĂ
pubblica".
L'iniziativa,
organizzata dall'eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini, ha visto la
partecipazione di autorevoli esperti del settore e di specialisti del mondo
accademico che si occupano di alimentazione e salute pubblica, nonché la
presenza di produttori agricoli lucani e pugliesi.
Particolare
attenzione è stata data all'importazione di grano duro proveniente dal Canada,
che è il più grande produttore di grano al mondo. E’ un grano - è stato detto
in vari interventi - che non dovrebbe essere dato nemmeno agli animali, perché
è pieno di micotossine, in quanto è stato fatto maturare artificialmente con
l'utilizzo di pesticidi come il glifosato. Un'assurditĂ che ha portato il grano
nei Paesi freddi dove la neve lo fa crescere avvelenato dalle muffe, a
discapito del grano duro di alta qualitĂ maturato grazie al caldo sole delle
regioni italiane del Sud.
La
presenza di micotossine e di glifosato nel grano rappresenta un serio rischio
per la salute pubblica dei consumatori, ancor di piĂą se riferita ai piĂą giovani
ovvero ai bambini con etĂ inferiore a tre anni. Gli italiani assumono quantitĂ
di micotossine superiori a qualsiasi altro consumatore europeo, perché
consumano fino a 30 chili di pasta all'anno, contro i 5-6 chili di pasta
consumata dei cittadini europei. La soglia di 750 ppb (quantitĂ di sostanza
nociva) per noi italiani, soprattutto per chi vive nel Sud Italia, è tossica e
bisognerebbe invocare il principio di precauzione, così come è previsto dalle
normative europee.
Su
questo si è soffermato, in modo particolare, l'europarlamentare del M5S Piernicola
Pedicini. "Anche per il grano - ha detto - il M5S Europa si sta battendo
affinché venga applicato il principio di precauzione e cioè l'obbligo che non
si possa mettere in commercio un prodotto se ci sono dubbi che riguardano la
salute dei cittadini. Negli Stati Uniti, in Canada, in Cina non viene applicato
il principio di precauzione e i prodotti possono essere commercializzati fin
quando non viene dimostrato che siano dannosi. Purtroppo, la Ue ha siglato un
trattato commerciale chiamato Ceta che consente al Canada di esportare prodotti
agricoli, e quindi anche il grano duro trattato con i pesticidi. Rispetto
all'utilizzo del glifosato, - ha spiegato Pedicini - che viene utilizzato per
il grano non italiano, la Ue, condizionata dal potere delle lobby, sta
prendendo tempo nonostante lo Iarc, l'Agenzia per la ricerca sul cancro, abbia
detto che probabilmente il glifosato può provocare tumori. Entro il 2017 si
dovrĂ esprimere l'Efsa, l'AutoritĂ europea per la sicurezza alimentare, e solo
dopo verrĂ presa la decisione definitiva. Inoltre - ha concluso Pedicini - per
offrire ai consumatori piĂą informazioni possibili, il M5S ha chiesto che ci sia
l'obbligo di etichettatura della provenienza per tutti i prodotti, a partire
dalla pasta e dalle farine. Le aziende, però, non vogliono che ciò avvenga
perché dovrebbero sottostare a più controlli e sostenere costi
aggiuntivi".
Che
dovrebbe fare, allora, la grande industria della pasta? Dovrebbe - è stato
evidenziato nel corso del convegno - fare quello che è stato fatto per l’olio
di palma: e cioè dichiarare di non volere più alcun tipo di residuo di
micotossine nella pasta, a prescindere dalle soglie stabilite per legge. Oltre
poi a indicare l’origine del grano. Se è italiano bisogna dire che è italiano e
da dove arriva; se è estero, bisogna scrivere in etichetta che è grano estero,
indicando da quale Paese del mondo arriva.
Non
a caso - è stato sottolineato - la dieta mediterranea è iscritta nelle liste
del patrimonio mondiale dell’umanità e tra i suoi pilastri portanti vede
inclusi proprio la pasta e il pane di qualitĂ : cibo quotidiano per i nostri
bambini e per le nostre famiglie.
E'
pertanto inaccettabile - hanno precisato i rappresentanti dei produttori lucani
e pugliesi presenti al convegno - che il grano duro canadese venga fatto
passare come grano italiano. Grazie a questi raggiri, il prezzo del grano duro
del Sud Italia è basso a fronte di una domanda molto sostenuta. La produzione
di grano duro canadese, quest’anno, si attesta sui 7-8 milioni di tonnellate.
Di questa produzione, solo il 10% rientra nella cosiddetta prima classe (ovvero
un prodotto di alta qualità ). Nel 2015 l’Italia ha importato 2 milioni e 372
mila tonnellate di grano duro e ne ha esportato 435 mila tonnellate. Come si
può notare il saldo, per il nostro Paese, è sempre negativo. Da questi numeri
viene fuori un paradosso: l’Italia importa grandi quantitativi di grano duro,
ma non fa nulla per potenziare la produzione del grano duro nel Sud Italia
(Puglia, Sicilia, Basilicata in primo luogo) che è considerato, sotto il
profilo della qualitĂ , uno dei migliori del mondo.
Ma
alle industrie della pasta non interessa il grano duro buono. Interessa il
grano duro con un’alta percentuale di glutine: perché un’alta percentuale di
questa sostanza proteica riduce i tempi di essiccazione e abbassa i costi di
produzione.
Durante
il convegno è intervenuto anche il deputato pugliese del M5S Giuseppe L'Abbate,
membro della Commissione Agricoltura. L'Abbate ha presentato la proposta di
legge del M5S depositata alla Camera dal titolo “Disposizioni concernenti
l’etichettatura delle farine di grano duro non raffinate o integre e dei
prodotti da esse derivati e misure per la promozione della loro vendita e del
loro consumo”.
Gli
altri relatori intervenuti al convegno sono stati: il prof. Ruggiero
Francavilla dell'UniversitĂ di Bari, su "La sicurezza alimentare nel
bambino: il problema delle micotossine nel grano"; la dottoressa Alba
Capobianco, oncologa presso l'ospedale Crob di Rionero (Potenza), su "Il
mercato del grano: è in pericolo la nostra salute?"; il dottor Andrea Di
Benedetto, agronomo e micologo su "I tossici del grano attuale e la dieta
mediterranea"; Saverio De Bonis, presidente dell'associazione GranoSalus
di Foggia, su "Il mercato del Grano nel villaggio globale".
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Ufficio comunicazione
- Cellulare 3920460174
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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato
del M5S
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Foto
convegno
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