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Comunicazioni Movimento 5 Stelle
lunedì 6 marzo 2017

da L’Abbate, Mastronuzzi, Scagliusi, De Lorenzis, Pedicini





da Valerio L'Abbate
Assistente Deputato Giuseppe L’Abbate

 

TARANTO: L’IPPODROMO “PAOLO VI” IN SCIOPERO, IL SOSTEGNO DI L’ABBATE (M5S)

 

Dinanzi ad un Ministero delle Politiche Agricole che non dà risposte al comparto ippico, gli operatori oggi pomeriggio hanno incrociato le braccia. Per il deputato 5 Stelle L’Abbate, “la politica sembra voler affossare l’ippica definitivamente”

 

L’incertezza e i ritardi nei pagamenti da parte del Ministero delle Politiche Agricole conduce all’esasperazione l’intero comparto ippico e costringe gli operatori ad incrociare le braccia all’Ippodromo Paolo VI di Taranto. Quest’oggi, infatti, straordinaria giornata di sciopero per l’impianto pugliese.

 

“Dinanzi al silenzio del Ministero e vita la totale mancanza di rispetto per il nostro lavoro – dichiarano gli operatori ippici in sciopero – avendoci già tolto la possibilità di mantenere le nostre famiglie non vi permetteremo di toglierci anche la dignità. Pertanto Taranto oggi non corre, l’ippodromo si ferma. Invitiamo le altre piste d’Italia che navigano nel nostro stesso mare a seguirci. Chiediamo scusa a tutti gli ospiti venuti oggi a correre perché hanno sostenuto grosse spese però, purtroppo, devono comprendere che è un problema nazionale e non solo pugliese e dunque confidiamo saranno con noi”.

 

Con loro anche la proprietà del Paolo VI. “Siamo con gli operatori: oggi abbiamo dato un segno di civiltà, un segno di disperazione e abbiamo dato un segno che ancora una volta l’ippica ci è cara, anche se a qualcuno che dovrebbe gestirci dovrebbe essere ancora più cara ma questo non avviene – dichiara Anita Carelli – Ci scusiamo con gli scommettitori italiani ma, purtroppo, ci hanno ridotto all’osso”.

 

Al comparto ippico tarantino e nazionale giunge la solidarietà del deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera. “Sono trascorsi quasi tre anni da quando il ministro Maurizio Martina scippò al Parlamento la discussione della tanto attesa riforma del settore ippico nonostante si era giunti ad un testo unificato tra le diverse proposte di legge depositate, tra cui quella a mia prima firma. Dopo un primo fallimento, ora con il decreto Milleproroghe la maggioranza guidata dal Partito Democratico ha nuovamente allungato i termini sino ad aprile 2018. Anni di prese per i fondelli con un comparto sempre più in sofferenza economica – dichiara il parlamentare 5 Stelle – Sembra quasi che i partiti vogliano affossare questo settore, nonché tutto il suo indotto, un tempo florido e sano. A causa di scellerate politiche di payout sulle scommesse che da sempre sono riuscite ad autoalimentare l’intero comparto (dagli agricoltori, ai produttori di mangimi, ai maniscalchi, ai gestori di ippodromi, agli allevatori, etc..) nonché per colpa di una politica inerme dinanzi ad un intero comparto che andava rivisto e riproiettato nel terzo millennio, l’Ippica ha subito un lento drastico declino che sembra, ogni giorno di più, inesorabile. Fossimo stati al governo – conclude L’Abbate (M5S) – l’ippica avrebbe già ottenuto da tempo l’agognato rinnovamento!”.

 

 

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da Meetup Pulsano

 

Il Meetup Pulsano ha recentemente inviato una istanza diretta al Sindaco Ecclesia, agli assessori ai lavori pubblici e all'edilizia pubblica, Laterza e Annese, nella quale si illustra l'opportunitĂ  di beneficiare del Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di edifici pubblici contaminati da amianto, che presenta una dotazione finanziaria di 5,536 milioni di euro per l'anno 2016 e di 6,018 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018.

Il Fondo è finalizzato a finanziare i costi per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica mediante rimozione e smaltimento dell'amianto e dei manufatti in cemento-amianto su edifici e strutture pubbliche insistenti nel territorio nazionale, anche mediante copertura dei corrispettivi da porre a base di gara per l'affidamento di tali servizi.

Gli Enti possono presentare una sola domanda di partecipazione in ragione d'anno. La domanda può contenere interventi in una o più unità locali comprese nel territorio di competenza e dovrà essere trasmessa all'ente erogante esclusivamente in via telematica entro il 30 marzo 2017, data di scadenza del bando emanato dal MATTM.

Il Meetup, oltre a chiedere al Civico Ente di partecipare al bando per gli edifici di loro competenza qualora contenenti amianto, ha invitato l'Amministrazione Ecclesia ad emanare un avviso alla cittadinanza relativa agli obblighi di comunicazione a carico dei possessori di manufatti in amianto, sia in matrice friabile che compatta, fissata dalla Regione Puglia con DGR 1689/2016 al 21 aprile 2017, in modo tale da far evitare ai propri cittadini possibili sanzioni a causa della mancata conoscenza delle disposizioni regionali.

 

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da Vito Galluzzi
Assistente Parlamentare del Deputato Scagliusi Emanuele

 

BARI: 31 CONSOLI ONORARI IN CITTĂ€. QUALI VANTAGGI?

 

Scoppia il caso dei consolati onorari nella CittĂ  di Bari. Il deputato pugliese Scagliusi (M5S) interroga il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano

 

Il cospicuo numero di Consoli onorari che può vantare la Città di Bari è finito sotto i riflettori dei media regionali. Sono 31 i consoli onorari presenti a Bari (32 se si somma il consolato di Malta presente a Barletta) rendendo il capoluogo pugliese, insieme a Napoli e Palermo, una delle città del sud Italia con il maggior numero di consolati. Per questo, il deputato 5 Stelle Emanuele Scagliusi, membro della Commissione Affari Esteri e Comunitari, ha chiesto lumi al Ministro Angelino Alfano con una interrogazione scritta in commissione.

 

”Mi preme sottolineare – dichiara Scagliusi – che al titolo di console onorario corrispondono una serie di privilegi quali il titolo stesso, una lettera Patente (firmata dal capo dello stato del Paese di invio e ratificata dall'exequatur, emesso dalla Farnesina), una carta di identità speciale che riconosce le funzioni consolari, una targa corpo consolare (cc) e un posto auto riservato, dovrebbe corrispondere un impegno concreto del diplomatico che dovrebbe assicurare un servizio alla comunità che rappresenta. Detto questo, sottolineo anche che la nomina di Console onorario presuppone la concessione dell’exequatur ai sensi della Convenzione di Vienna del 1963, ratificata dall'Italia con la legge 9 agosto 1967, n. 804”.

 

La concessione dell’exequatur è necessaria affinché un console possa esercitare le proprie funzioni. Tuttavia, la Convenzione stabilisce che, qualora uno Stato decida di non concedere l’exequatur a un Console designato, non è tenuto a motivarne il diniego, lasciando di fatto agli Stati un ampio margine di manovra.

 

“Nulla in contrario nei confronti dei Consoli onorari, per carità – prosegue Emanuele Scagliusi (M5S) – Tuttavia, ho ritenuto opportuno chiedere al Ministro Alfano quali siano le ragioni per cui la città di Bari abbia così tanti consoli onorari, quali relazioni economiche e culturali questi promuovano sul territorio e quali siano i risultati, economici e non, raggiunti grazie al loro lavoro e come, a giudizio del Ministro interrogato, il console onorario tuteli gli interessi dei cittadini del Paese che rappresenta. Sono curioso di sentire le parole del Ministro degli Affari Esteri – conclude il parlamentare pugliese – per capire, finalmente, quello di cui la città di Bari si giova grazie alla presenza di tutti questi consoli onorari”.

 

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da Giovanni Vianello

Collaboratore del cittadino portavoce Diego De Lorenzis

Dichiarazione dei redditi dei parlamentari.

De Lorenzis (M5S): Quasi 140 mila euro restituiti al fondo per il microcredito!

Sulle dichiarazione dei redditi dei parlamentari per l’anno 2016, interviene il deputato Diego De Lorenzis, componente del M5S in Commissione Trasporti alla Camera, specificando che quella cifra è al lordo delle restituzioni compiute dal M5S per il Fondo di garanzia per l'erogazione del Microcredito.

 

“Nei giorni scorsi sui giornali è apparsa la notizia della mia dichiarazione dei redditi di 98.471 euro. Quello che non è stato riportato” - dichiara De Lorenzis - “è che il sottoscritto ha versato nel 2016 oltre 30 mila euro al Fondo di garanzia per il Microcredito aziende italiane. Personalmente, in 4 anni di legislatura ho restituito quasi 140.000 euro e insieme ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, abbiamo restituito circa 20 milioni di euro.”

 

Il Fondo di garanzia per l'erogazione del Microcredito permette il conferimento di prestiti alle aziende italiane e sostenere l’economia. L'erogazione del Microcredito è in crescita costante. Il fondo di Garanzia, che permette agli istituti di credito di non pretendere garanzie reali al richiedente, è in parte finanziato grazie al dimezzamento dello stipendio da parlamentare e dalla restituzione dei rimborsi per l'attività politica non utilizzati da parte di tutti i parlamentari del M5S.

“Con questi soldi” - aggiunge De Lorenzis - “sono state finanziate 4.327 aziende, con un credito erogato mediamente di quasi 22.000 euro, e abbiamo così permesso a più di 10.500 persone di trovare lavoro. Questo è quello che si può fare quando una forza politica, pur stando all'opposizione, è coerente, onesta e trasparente: l’avevamo promesso in campagna elettorale e manteniamo la parola data.”

 

“Abbiamo dimostrato che è possibile essere ottimi rappresentanti dei cittadini e utilizzare meno e meglio i soldi che loro - prestano - per questa attività. Quanto si risparmierebbe se, invece di 120 parlamentari del M5S, lo facessero tutti i 1000 parlamentari, servitori della Repubblica Italiana, che chiedono continuamente sacrifici ai cittadini? Pur non risolvendo i problemi economici del Paese, certamente sarebbe un segnale concreto di riavvicinamento tra i rappresentanti istituzionali e la cittadinanza: abbiamo invitato spesso i parlamentari delle altre forze politiche a replicare la nostra iniziativa, ma” - conclude De Lorenzis - “ nessuno ha mai accettato di rinunciare a questo eccesso di denaro che evidentemente costituisce un prezioso privilegio.”

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PIERNICOLA PEDICINI - Eurodeputato del M5S

Membro della Commissione ambiente e sanitĂ 

 

Ufficio comunicazione - 6 marzo 2017

 

FARMACI, PEDICINI (M5S): IL PARLAMENTO EUROPEO FAVORISCE LE MULTINAZIONALI A DISCAPITO DI 35 MILIONI DI AMMALATI

 

Continuano gli affari sporchi delle case farmaceutiche che colpiscono i malati che non hanno i soldi per curarsi.

Mercoledì scorso, primo marzo, il Parlamento europeo ha approvato alcuni emendamenti di eurodeputati del Ppe e dell'Alde che mirano a far incrementare i profitti miliardari delle multinazionali dei medicinali a danno degli 11 milioni di italiani che rinunciano alle cure mediche perché non hanno le possibilità economiche per pagarle.

La denuncia è stata fatta, con un intervento in aula, dall'eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini.

Il parlamentare ha evidenziato che "attraverso uno 'squallido giochetto', gli emendamenti approvati favoriranno le lobby dei farmaci, in quanto medicinali importantissimi per salvare vite umane continueranno ad essere venduti, nei Paesi della Ue, a prezzi molto superiori a quelli di produzione.

Gli esempi più scandalosi - ha continuato Pedicini - riguardano il Sofosbuvir: farmaco usato per il trattamento dell'epatite C, che viene venduto in Unione europea a un prezzo che è 277 volte più elevato da quello di produzione. Il vaccino per la pertosse che si produce a meno di un dollaro ma in Unione europea si vende a 120 dollari. L'Erlotinib: un farmaco usato per il trattamento dei tumori al pancreas, che costa 15 mila euro e produce un aumento medio della sopravvivenza di appena 10 giorni. Il Cetuximab che è un anticorpo somministrato per il trattamento dei tumori al polmone, costa 8 mila euro a paziente, e produce un aumento medio della sopravvivenza di un mese e mezzo. Questa vergognosa situazione - ha evidenziato Pedicini - conferma l'asservimento della vecchia classe politica alle lobby farmaceutiche. Un asservimento reso possibile dalla 'furbata' degli emendamenti approvati che promuovono la cosiddetta 'innovazione incrementale' dei farmaci. L''innovazione incrementale' - ha spiegato l'eurodeputato - prevede che alla scadenza del brevetto di un farmaco, le case farmaceutiche perdano i diritti di proprietà intellettuale che sono serviti a ripagare gli investimenti fatti nella ricerca. Da quel momento in poi, i prezzi di mercato di quel farmaco, non essendo più sottoposti al diritto di proprietà, diventano più bassi. Per evitare che ciò si verifichi, le case produttrici, grazie a piccole innovazioni che cambiano la composizione del medicinale (come, ad esempio, l'aggiunta di un eccipiente), ottengono un'estensione del brevetto e non perdono i diritti che li rende monopolisti. In realtà, - ha precisato Pedicini - la molecola attiva che cura le malattie è sempre la stessa ma cambia solo qualche dettaglio della composizione del farmaco o le sue modalità di somministrazione. Grazie a questo escamotage, sostenuto dagli eurodeputati che hanno presentato gli emendamenti, le multinazionali dei farmaci possono garantirsi la possibilità di mantenere il monopolio del farmaco e di tenere il prezzo sempre molto alto. Quindi, un vero scandalo - ha sostenuto Pedicini - che il M5S cercherà di bloccare quando il Parlamento europeo esaminerà la proposta definitiva della Commissione Ue.

Va ricordato - ha concluso il pentastellato - che secondo il rapporto 2015 "Povertà e diseguaglianze in aumento" curato da Caritas Europa, a subire le conseguenze saranno 35 milioni di cittadini della Ue che risiedono nei Paesi più colpiti dalla crisi economica (Italia, Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania, Cipro) e hanno rinunciato a curarsi perché non hanno i soldi per farlo".

 





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