15 e 22 giugno, al Museo Diocesano di Taranto
Città nascosta
la seconda edizione del contenitore di percorsi tematici e
performance
Atto secondo. Avviato con la rassegna di scena contemporanea “… sono Stato io?”, il
progetto “viagraziadeledda senzanumerocivico” prosegue con la seconda edizione
di “Città nascosta”, che, proponendo una esplorazione consapevole di musei e
luoghi d'arte, mira alla valorizzazione del patrimonio artistico della città di
Taranto. Si compone così un nuovo tassello del progetto Teatri Abitati 2015 da
parte del Crest, progetto che ancora non vede conclusa la propria istruttoria
da parte della Regione e che pertanto suggerisce una programmazione episodica,
che questa volta investirà la vecchia isola tarantina, riconfermata quale “bene
adottato” nell’ambito del programma regionale. Nei fatti, il 15 e il 22 giugno,
il progetto, in collaborazione con Custodes Artis, si
sposta al MuDi - Museo Diocesano di arte sacra, per
raccontare storie della città, per ascoltarne il cuore, per respirarne il
profumo di mare, per scoprire la città nascosta. Previsti un tour museale
guidato e tre performance, saggi conclusivi di altrettanti
laboratori teatrali (lunedì 15, “Ogni mucchio
pare turchio”, e lunedì 22, “Il fantasma di Laclos” e
“Terroni”). Appuntamento/raduno alle ore 20.30. Ticket (visita guidata) 3 euro. Info: 099.4707948 - 366.3473430.
Coerentemente con il “cuore tematico” del
progetto, la conduzione dei diversi laboratori teatrali realizzati dal Crest
nei mesi appena trascorsi ha sviluppato periodi e personaggi della storia di
Taranto, componendo una originale mappa storiografica, che ha il pregio di
rappresentare quasi un compendio dell’animo contraddittorio dei tarantini.
Indolenza e ardore, incuranza e capacità di fascinazione, sporcizia ed
eleganza, ignoranza e genio creativo. Tutti aspetti attraversati dalle storie
scelte per raccontare una città che oggi appare dormiente. La bella
addormentata nel mare.
La narrazione di Giovanni Guarino “Ogni
mucchio pare turchio”, con i corsisti del laboratorio urbano “I
neri per strada” e le percussioni di Angelo Losasso, che prende spunto dal
poema eroico “Glorie di
guerrieri e d'amanti” del tarantino Cataldo Antonio Mannarino, racconta dell’assedio del
1594 dei Turchi alla città di Taranto e, in particolare, della battaglia di
Lama del 19 settembre, il cui esito determinò il fallimento
dell’accerchiamento. Due i principali protagonisti delle vicende raccontate e
dell’epoca: Sinan Čicala-Capudan Pasha, messinese e cristiano di nascita
convertitosi poi all’Islam, comandante della flotta turca, e l’Arcivescovo
Lelio Brancaccio, guida moralizzatrice della Diocesi di Taranto dal 1574.
Condotto da Sandra Novellino e
Delia De Marco, il laboratorio “Il fantasma di Laclos” ha tratto
ispirazione dall’omonimo libro di Helene Claude Frances (Edit@, 2006), dedicato
alle epistole scritte negli ultimi giorni di vita da Choderlos de Laclos,
generale di brigata, nonché autore della celebre opera-scandalo “Le relazioni
pericolose” (Les liaisons dangereuses, 1782), morto di dissenteria il 5
settembre 1803 nel Convento di San Francesco, nel borgo antico di Taranto, e
sepolto sull'isola di San Paolo, in Mar Grande. I vecchi pescatori tarantini
evitano di passare davanti a questo isolotto. Ritengono che porti male, che sia
imputabile di tutti i naufragi nella zona e che la colpa di tutto sia da
attribuire al fantasma di Laclos, che più di qualcuno giura di aver visto
vagare inquieto sull’isolotto, nelle notti di tempesta, quando il mare si
avventa con forza contro la scogliera.
Nel 1995 il tarantino Giancarlo De Cataldo,
magistrato, drammaturgo e sceneggiatore, pubblica con la casa editrice Theoria,
poi riproposto nel 2006 dalla Sartorio, il libro “Terroni”, in cui si
mescolano, fra ricordi e realtà, le vicende della Taranto degli anni ’90: «Un
romanzo “sociale” in cui lottano pulsioni criminali e aspirazioni borghesi,
perbenismo provinciale ed eccentrica autonomia». Nelle 140 pagine dell’opera
letteraria vengono raccontate le vicissitudini di tante tipologie di terroni: i
migratori, gli stanziali, gli ostinati, gli indifferenti, gli innamorati e
molti altri ancora. Durante il percorso laboratoriale
condotto da Andrea Simonetti, i corsisti si sono ripetutamente domandati, in
maniera quasi ossessiva, quanto siamo cambiati e se siamo cambiati.
Taranto,
4 giugno 2015
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