Messo
in archivio l'ultimo appuntamento dell'Estate 2014, per l'Isola che Vogliamo è
tempo di bilanci. Quattro appuntamenti in poco meno di due settimane, centinaia
tra musicisti e dj, decine di rappresentazioni teatrali, una rassegna culturale
e una costante ricerca di soluzioni sperimentali: per l'associazione Terra,
ideatrice e promotrice della kermesse sono stati giorni di intenso lavoro
e di grosse soddisfazioni.
"Non è comune
per una manifestazione di successo la scelta di cambiare volto. Un rischio che
abbiamo scelto di correre con determinazione per crescere di livello",
spiega Antonio Santacroce, presidente di Terra. "Ne è uscita fuori forse
la migliore edizione di sempre, grazie anche al boom degli ipogei reso
possibile dalla collaborazione con Nello De Gregorio e di Nobilissima Taranto".
Un boom che, conti alla mano, parla attraverso le 450 visite medie per ipogeo a
serata, per un totale di più di 24mila visite ai 18 ipogei aperti nelle tre
giornate successive all'anteprima di Piazza Castello. "Se la prima
edizione dell'Isola è rimasta nel mio cuore per l'enorme mole di gente che ha
riscoperto Taranto Vecchia, questa edizione brilla con quella di esordio per
livello. Con Fabrizio Iurlano, Marco Sebastio e Pasquale Vadalà, compagni di
viaggio di questa avventura dal primo giorno, intendevamo quest'anno fare
qualcosa di più di una kermesse estiva", prosegue il presidente di Terra.
"Abbiamo provato a tracciare un'ipotesi di offerta turistica
destagionalizzata, valida tutto l'anno, capace con un serio lavoro e con un
impegno costante di garantire un incoming e un indotto vero. Rispetto a questo
pezzo di città vogliamo provare a fare del turismo qualcosa di più di una vuota
bandiera senza progetto. A piccoli passi, il turismo può diventare alternativa
reale alla monocultura industriale, solo a patto di essere concreti e di
rimboccarsi le maniche".
Di questa offerta
turistica, la Taranto ipogea è solo la punta dell'iceberg. "Abbiamo
registrato quest'anno - rileva Santacroce - un successo incredibile per i
Luoghi del Gusto, promossi in collaborazione con l'Assessorato regionale alle
Risorse Agroalimentari. Ringraziamo Fabrizio Nardoni per aver sposato una
formula in cui crediamo: mettere insieme eccellenze di prodotto, storia,
cultura gastronomica e piccole attività presenti sul territorio. Questo circuito
virtuoso deve poter vivere tutto l'anno. Come sempre, inoltre le chiese e
il Castello Aragonese, inoltre, esercitano un fascino incredibile sul nostro
pubblico e ringraziamo di cuore per non averci mai fatto mancare il loro
sostegno l'Arcidiocesi, la Marina Militare e la Camera di Commercio ".
I punti fermi
fissati da Terra per lavorare sull'Isola non solo d'estate certificano il
successo della scelta "sperimentale". "Puntare su un unico
grande evento, il Festival dello Scorpione, in un caso, e lasciar parlare la
sola bellezza di Città Vecchia, nell'altro, con il gioco dei punti di vista tra
terrazze e ipogei - prosegue Santacroce - è sotto certi aspetti una scelta
suicida. Equivale a dire che Taranto Vecchia è una meraviglia di per sé e che
non ha bisogno di altro, compresa della nostra kermesse, per essere visitata.
Il punto è che questa è la verità, che nell Isola che vorremmo nessuno dovrebbe
chiedersi che Isola vogliamo. Valorizzare Taranto Vecchia significa anche
slegarla dalla necessità di eventi stra-ordinari. Ipogei, chiese e terrazze
esistono ogni giorno. E se mettiamo queste cose a sistema, allora potremo fare
dell'intrattenimento un semplice valore aggiunto stagionale".
Festival dello
Scorpione, Luminal, Opa Cupa e Cesare Dell'Anna, Stockelo Rosemberg: non sono
mancati nel corso della kermesse momenti di alto livello artistico.
"Merito di Fabrizio Iurlano, nostro direttore artistico, e della
collaborazione con il Comune di Taranto, partner organizzativo. Alzare il
livello della manifestazione è un passo necessario per intercettare gente da
fuori provincia. Il Teatro Crest con le splendide interpretazioni di Giovanni
Guarino e la "Taranto illuminata" di Pasquale Vadalà sono altri
esempi della costante ricerca di un'offerta sempre migliore". Eppure, come
spiega l'Associazione Terra, il tentativo di puntare più in alto non sempre ha
incontrato i favori del pubblico. "C'è chi ha rimpianto i mercatini, chi
le serate danzanti: la sfida è ora - spiega Santacroce - trovare soluzioni
capaci di accontentare fasce di pubblico differenti, senza perdere il contatto
il vero tessuto sociale e la sua domanda di intrattenimento".
Terra guarda oggi
al futuro. "Ringraziamo il sindaco di Taranto per averci offerto la
possibilità di dare vita alla kermesse anche quest'anno", conclude
Santacroce. "Contatteremo già a settembre Cisberto Zaccheo e Gionatan
Scasciamacchia, nostri interlocutori quest'anno, per fissare le date del
prossimo anno. Solo lavorando così potremo portare L'Isola che vogliamo e
Taranto Vecchia nei circuiti vacanza, nelle guide turistiche, nelle
pubblicazioni di settore. Parallelamente proveremo con le attività produttive a
buttare le basi per un percorso continuativo di valorizzazione che duri tutto
l'anno, provando a fare tesoro dell'esperienza e dei saperi di due personaggi
di valore assoluto, il cui contributo a questa edizione è stato fondamentale.
Parlo ovviamente di Giovanni Guarino e di Nello De Gregorio".