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DEROGA... ALLA DEROGA
mercoledì 28 maggio 2014

da osservatoriolegnc@libero.it




CONTE arch

Libero OSSERVATORIO della LEGALITA’ onlus (TA)  osservatoriolegnc@libero.it

 

 

TARANTO....... soliti  DUE PESI DUE MISURE

 

TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITÀ SOCIALE E  SONO EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE”  recita l’ Art. 3 Costituzione della Repubblica Italiana, rimarcando quelli che sono principi ispiratori della democrazia. 

 

Sennonché questi principi, oggi, sono discrezionali, grazie ad escamotages, cavilli, interpretazioni, che vanificano lo spirito delle leggi, arrivando a snaturarle. Esemplificative del paradigma irrazionale amministrativo locale la deroga alla Casa di cura D'Amore e la monetizzazione di standards e parcheggi. Anomalie il  concedere  deroghe alle deroghe, come per la casa di cura D'Amore, “che – afferma l’architetto Carlo Boschetti-ha già goduto di deroga di standard urbanistici relativi alla densità volumetrica, ( previsti mc./mq. 4,00, già 5,55, si vuole portarlo a 6,87 ), ed ora  si vuole portare il rapporto di copertura dal 40% al 49,8%, il distacco dagli edifici previsto in mt. 12,00 a 10,10. Non si fa riferimento al distacco dai confini. Fatto importante poi è il rapporto dello standard dell'area a parcheggio, stante l'impossibilità a reperire la stessa all'interno del lotto, la parte ha presentato un contratto di locazione ad uso parcheggio dell'area attigua alla casa di cura, perb un totale di mq. 1.000. Non si dice nulla a proposito della scadenza contrattuale in merito al fatto se non si dovesse rinnovare. Si conosce dagli addetti ai lavori che porzione dl lotto di intervento deriva da un atto di frazionamento del 1978 dove il rappresentante legale della casa di cura si obbligò per sè ed i suoi aventi causa a non edificare essendo stata sfruttata la capacità edificatoria dell'intera particella catastale originaria, anche se successivamente, 2011, il rappresentante della casa di cura D'Amore ha presentato scrittura privata dalla quale si evince la volontà di sciogliere il vincolo esistente. Stiamo parlando di un progetto di ampliamento della struttura sanitaria esistente costituita da piano interrato, seminterrato, quattro piani superiori, in deroga agli strumenti urbanistici ai sensi dell'art. 14 del DPR 06.06.2001 n° 380, da edificarsi in adiacenza all'immobile esistente. La deroga agli strumenti urbanistici, ai sensi dell'art. 14 del DPR 380 del 2001 è richiesta dal legale rappresentante della società, stante l'impossibilità di rispettare gli indici di fabbricabilità' fondiaria, di copertura e distacco dagli edifici prevista dalle NTA. Il 3° c. dell'art. 14 del DPR 380/01 stabilisce che la deroga, nel rispetto delle leggi igieniche, sanitarie e di sicurezza, PUO' RIGUARDARE ESCLUSIVAMENTE I LIMITI DI DENSITÀ' EDILIZIA, DI ALTEZZA E DI DISTANZA TRA FABBRICATI  di cui alle norme di attuazione degli strumenti urbanistici generali ed esecutivi, fermo restando in ogni caso il rispetto delle disposizioni di cui agli artt. 7,8 e 9 del D.M. n. 1444 del 02.04.1968”. 


Cimino: progetto di massima

 

Area d'intervento

 

Deroghe su deroghe  per la Casa d’Amore, tentativo di colpi di mano per il Piano Cimino, il Piano Salinella,  quindi cementificazione selvaggia, ma svuotamento di interi quartieri,  fuga degli abitanti.

A fronte, una  grande magnanimità ma, ahimè, “sensazione di disagio”se non "puzza di bruciato".

Intanto, il comune ha disposto una nuova pratica amministrativa, a mezzo deliberazione, per poter concedere  permessi a  costruire lì dove non v'è possibilità di reperire spazi da asservire, quindi aree idonee per la realizzazione di dette specifiche ATTREZZATURE (D.M. 2/4/68), ovvero ha stabilito la c.d. MONETIZZAZIONE degli Standards e dei parcheggi

E fin qui si potrebbe anche trovare condivisione, se non fosse che tante aree, in punti nevralgici del territorio, vengono ignorate, quasi non esistessero, lasciate nella proprietà di chi li detiene, magari abusivamente, e, tanto peggio, fatte oggetto di diversa utilizzazione, nella totale noncuranza di chi invece dovrebbe pretendere un loro “utilizzo di pubblico interesse”, per “pubblica utilità”. Le solite logiche illogiche di chi propende per il lasciar perdere, certo più semplice e facile, di chi finge di non vedere e non sapere.

Ma noi vogliamo  sapere, capire: che fine fanno le somme ad oggi riscosse? Le stesse vengano riversate in altri capitoli di spesa e, subito dopo, distratte per altri fini o sono in un capitolo dedicato?

A nostro modesto avviso sarebbe opportuno che queste somme, con la massima evidenza pubblica, fossero utilizzate per l'esproprio di aree tipizzate allo scopo dal PRG ed ancora per la realizzazione delle opere "pubbliche".

Comunque si legga questa monetizzazione,  a prescindere da tutto, è l’ennesimo balzello in una città che si vuole “prendere per fame” in violazione di tutte le norme etiche e morali, in barba alle promesse elettorali ed agli entusiasmi post elettorali. 

Taranto lì 24.05.14                                                                                             E.B. Conenna

 




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