Â
Il M5S appoggia le richieste del
settore vitivinicolo per semplificare un settore con quasi 1.000 normative.
Prossimo passo l’assegnazione dei domini web che potrebbe pregiudicare il
settore se l’Italia non prende una posizione chiara in UE
Â
Oltre 350
leggi nazionali in materia di vitivinicoltura in vigore in Italia, senza
contare gli oltre 200 regolamenti comunitari e le 400 circolari. Si fa sempre
piĂą impellente la necessitĂ di alleggerire le maglie di uno dei settori piĂą
importanti del settore agroalimentare italiano. Ed è ciò che hanno richiesto i
rappresentanti della categoria venuti a presentare alla Camera dei Deputati il
“Codice unico del vino”, con l’obiettivo di semplificare la normativa
sul vino e, al contempo, tutelare produttori e consumatori.
Â
“Ciò
che gli operatori del settore hanno richiesto corrisponde a ciò che abbiamo,
mesi fa, presentato al Governo in un atto di indirizzo – dichiara il
deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione
Agricoltura – Ribadiamo la nostra costante pressione all’esecutivo
affinché prenda una posizione chiara in materia di assegnazione dei domini di
primo livello (come .vin o .wine) per far in modo che non vengano assegnati
liberamente anche a coloro che non hanno l’uso della denominazione d’origine.
Il rischio – continua L’Abbate – è quello di cliccare sul sito www.baroloitalia.vin per ritrovarsi su un sito canadese
che vende kit per fare il vino in casa!”.
Â
Una
questione, quella dei domini web, che potrebbe pregiudicare il comparto
vitivinicolo, soprattutto per quel che concerne l’export che ha raggiunto il
record storico nel 2013 con 5,1 miliardi, segnando un +8% sul 2012. “Siamo
alla ricerca da mesi del responsabile italiano delegato ad occuparsi della
materia dei domini web – conclude Giuseppe L’Abbate – il quale
non solo non ha mai riferito nulla della sua partecipazione all’assemblea
europea ma sembra se ne siano perse anche le tracce. Il nuovo Ministro Martina
ci aiuterà in questa spasmodica ricerca? Così magari riusciremo finalmente a
capire qual è la posizione che abbiamo portato in UE”.
Â