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Inizio e fine di un ciclo
lunedì 17 febbraio 2014

di Luigi Paccione




Comunicato Stampa

 

 

Inizio e fine di un ciclo.

L’imminente conclusione del ciclo decennale di governo della città di Bari da parte del Sindaco in scadenza, sedicente paladino della legalità, impone attente riflessioni sui mezzi utilizzati e sui risultati raggiunti in quei settori strategici ove gli interessi dei potentati economici sono astrattamente in grado di annientare i beni comuni e i diritti dei cittadini indifesi.

Parliamo di urbanistica e di governo del territorio: questo tema ci consente di mettere a confronto due interessanti frammenti dell’esperienza di governo locale che si innestano in modo esemplare all’inizio e alla fine del detto ciclo.

Il primo atto politicamente significativo in urbanistica del Sindaco appena eletto nel 2004 fu il disco verde alla illecita cantierizzazione di Via Pappacena per la costruzione di 350 alloggi e 40.000 metri cubi per commercio e terziario su suoli destinati a servizi per i residenti e a fascia di rispetto stradale e ferroviario.

Il tutto in dichiarata esecuzione di accordo di programma “Gozzini” mai perfezionato, decaduto sin dal remoto 1994 e mai pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Puglia.

Il Sindaco oggi in scadenza esordì nel settore strategico dell’urbanistica con un vero e proprio scempio sulla pelle dei cittadini e della comunità locale a tutto beneficio di un gruppo economico imprenditoriale, per quei fatti oggi in giudizio penale per lottizzazione abusiva, che di lì a poco avrebbe portato in Giunta un proprio membro di famiglia.

Attraverso questa violenza urbanistica (non altrimenti può qualificarsi l’illecita realizzazione di imponenti palazzi residenziali su aree destinate a servizi pubblici) i cittadini di Bari sono stati subdolamente deprivati di verde e di servizi previsti dal Piano Quaroni!

Febbraio 2014, al tramonto del decennio di suo governo della città, il sedicente paladino della legalità reprime con un’Ordinanza contingibile e urgente di divieto d’accesso l’esperienza di valorosi giovani che hanno “liberato” l’area della Caserma Rossani dal degrado e abbandono in cui versa da decenni, degrado e abbandono che costituiscono il noto prodromo di salvifici progetti imprenditoriali (già in corsa) volti alla cementificazione selvaggia spacciata per “recupero”.

Alla luce di questi due emblematici frammenti esperenziali allo specchio, possiamo serenamente dire che il ciclo decennale del Sindaco in scadenza si è aperto con una cinica violenza urbanistica sulla città e si va chiudendo in modo coerentemente infelice con un attacco a giovani intelligenze che tentano di applicare in città l’arte creativa di trasformare spazi pubblici abbandonati in luoghi di socialità quali beni comuni.

Chiedo al Sindaco, nulla potendo egli più fare per il sacco di via Pappacena (al quale hanno posto rimedio i giudici amministrativi annullando i suoi atti e quelli della sua giunta) di riscattarsi alla fine del duplice mandato con un gesto di sana autocritica, annullando l’Ordinanza Rossani e apprestando tutti i rimedi idonei a consentire l’uso sociale in sicurezza degli spazi della vecchia Caserma in abbandono.

Luigi Paccione

#convochiamociperBari

 




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