Sono passati mesi e l’uomo che è andato via in un’alba
di dicembre mi racconta con il suo silenzio
di Pierfranco Bruni
“Non
ho fatto altro che raccontare dettagli. Sono passati mesi e l’uomo che
dialogava con le tartarughe è in viaggio. Io sono partito costeggiando il fiume
dei ricordi. Il giardino è vuoto. E nelle stanze che hanno il freddo
dell’assenza è tutto solitudine. Bisogna convivere con la solitudine per capire
il tempo, gli spazi, il vuoto. La sabbia è diventata terra rossiccia ed ha
spezzato la clessidra…”.
Così
ho detto allo sciamano che alle quattro del mattino, dell’altro ieri, mi ha
svegliato. Quest’ora nell’alba mi bussa come martello sulla roccia. Le quattro
all’alba.
“Perché
non leghi le parole ad altre storie?”: mi ha detto lo sciamano che portava una
collana di perle e un ciondolo raffigurante un’aquila.
E
poi ha aggiunto: “L’uomo che dialogava con le tartarughe non ha smesso il suo
dialogo perché ha lo sguardo della pazienza e il passo della lentezza. Ma tutto
ascolta perché sa che ascoltare è capire e tu cerca di essere meno ostinato
anche se porti ferite nell’anima e nel cuore”.
“Io
so che quell’uomo mi ha dato in dote una tartaruga. Soltanto una tartaruga.
Osservo le sue tredici lune e ogni luna ha l’inciso di un destino. Sul guscio
di una tartaruga ci sono tredici storie e tredici avventure. Con i numeri e le
date bisogna sempre fare i conti. Siamo a dicembre. Ho la cifra dei giorni che
arrivano sino al 21. Dicembre è il dodicesimo mese dell’anno. Il 21 anteposto
fa 12. Dodici scomposto fa uno più due, ovvero tre. Il ventuno è due più uno,
ovvero tre”.
“Ho
capito dove vuoi condurmi…”.
“Sai
quando quell’uomo ha iniziato il suo pellegrinaggio verso il naufragio? Il tre
di dicembre dell’anno duemilaedodici, ovvero 2012. Anche qui c’è un tre… Cosa
voglio dire con tutto ciò? Sei tu che devi decifrare i simboli. Sai quando il
vero viaggio verso la sua assenza è cominciato? Il tredici di dicembre, ovvero
uno più 3. Ancora il tre. Come faccio a dire queste cose? Ho un quaderno dove
ho segnato tutto. Un diario di vita e di morte. Non ho più tristezze. Forse il
dolore scomposto e composto ha dissolto anche le tristezze e sono le malinconie
che prendono il sopravvento…”.
Mi
interrompe lo sciamano: “Aspetta un po’. Il tempo sta scoccando i minuti e i
minuti sono la pazzia dell’orologio. Scrivilo questo libro anche se so che è
difficile raccontarti e so che devi superare la lentezza contemplante di quella
notte che sei andato via ed hai pregato per tutto il tuo cammino. Hai vissuto
le tue contraddizioni. Hai finalmente definito il tuo libro che ti ha cambiato
la storia in mistero. Lo so che porta un titolo che va al di là del bene e del
male: ‘Che il dio del sole sia con te’. Non hai attraversato la via di Damasco,
ma quella delle lune e degli accampamenti. Ti sei chiuso in una tenda e
qualcuno cerca di aprire una fessura, ma tu che conosci la bellezza resti un
impareggiabile guerriero della luce…”.
“Io,
impareggiabile guerriero della luce?”.
“Non
ti confondere. Se l’uomo che dialogava con le tartarughe non c’è più, tu hai un
compito preciso ed è quello di osservare la pazienza e il silenzio delle
tartarughe. Lascia che le maree si trasformino in naufragi di zattere, tu resta
sempre impeccabile e accanto al silenzio devi ritrovare il sorriso. Ama fino a
quando ti è possibile. Quando non ti sarà più possibile cerca di amare di più.
Non arrenderti mai. Vedi, non ti porto le parole di San Paolo. Sono anche le
sue. Ma tu non appartieni alla ragione. Sei il camminante che segue le lune e
nei deserti riesci a vivere la contemplazione. So anche che non ti servono gli
altari. Puoi farne a meno. Nella tua spiritualità c’è il vento e ci sono le
voci… Resta ancora ad ascoltare la palma. Quella che recita l’antico. Ora tocca
a te coltivare i limoni e le rose bianche. È passato un anno ed è come ti fossi
lasciato aggredire dall’oblio nell’immenso del tempo perduto. Ti sei perso
dietro i numeri ma i numeri, e tu lo sai ed io lo so, hanno un senso. Perdersi
non è rincorrersi, è ritrovarsi”.
“Non
mi confondo. Non ho mai intrecciato la pietà alla carità. La religione è un
canto… Non ho mai giocato al sogno e al risveglio. Io resto un sognatore.
L’uomo che dialogava con le tartarughe non c’è più. Ma è dentro di me. Le lune
che vivo lo fanno entrare sempre più dentro di me. La notte si cerca nel buio e
il buio anticipa le parole che restano chiuse nel cassetto della nostra vita”.
“E’
proprio così. Ma c’è un momento in cui che bisogna sfogliare i cassetti della
nostra vita… Io ritorno lungo il mio fiume. Tu, come l’uomo che dialogava con
le tartarughe, sei un combattente, un guerriero… Porta sempre la luce con te e
offri sempre la luce a chi non ti sta accanto. Offri la pazienza a chi ti è
nemico. Il nemico puoi sconfiggerlo con il silenzio… Ma tu questi giochi li conosci
già… “.
“Giochi?
Perché li chiami giochi?”.
“Ti
ricordi quel gatto di peluche al quale bisognava dare la corda e piano piano
ti veniva incontro…Non fermarti davanti ad una barriera di parole inutili, di
insulti, di schegge che ti dichiarano la guerra… Conosci la storia della pipa?
Sì che la conosci… Io ti seguirò come non ha smesso di osservarti e di parlarti
l’uomo che ti ha donato in dote una tartaruga. Ricordi quando quell’uomo che
con passo calmo raccoglieva filari di peperoncini e amava le orchidee… È dentro
di te… Ricordi quando quell’uomo ti raccontava dei suoi vent’anni in un’età che
è solo fotografia? È dentro di te… Dentro di te resterà ”.