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Pasquetta al Galeso (forse) si, ma che fine ha fatto il Centro di Educazione Ambientale?
venerdì 29 marzo 2013

da "Club Fra Cristoforo"



Anche il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, non si risparmia un sopralluogo sulle sponde del fiume Galeso, pur di poter rendere possibile il ripristino dell’antica usanza dei tarantini di trascorrere la Pasquetta o al Pizzone o al Galeso. Tempo addietro, la stessa brillante idea balenò in mente all’allora presidente della Provincia di Taranto, Domenica Rana, che volle verificare ictu oculi lo stato dell’arte dei lavori del Bioparco letterario del Galeso in occasione della pasquetta 1996, affinché l’area potesse tornare ad essere la meta preferita della celebrazione della pasquetta. Questo perché non sfuggiva al presidente il fatto che, sin dall’antichità, il Galeso fosse considerato un luogo benedetto dagli Dei, frequentato e ammirato da alcuni tra i più grandi intellettuali, tra i quali ricordiamo Pitagora, Platone, Orazio, Virgilio, Properzio, Columella, Marziale, e in tempi più vicini ispiratore delle opere di Tommaso Niccolò d’Aquino, autore delle Deliciae tarantinae e dell’egloga Galaesus piscator - due grandi opere poetiche in latino del periodo dell’Arcadia.
PiĂą di un eco del genius loci si rintraccia nella produzione poetica recente di Giovanni Pascoli, Raffaele Carrieri, Michele Pierri e di Ettore Toscano.
All’epoca correva voce che il presidente Rana, sulle orme di questi grandi, avesse composto uno spartito di musica jazz al fiume dedicato, per la prima di una sua annunciata composizione da eseguire sulle rive del Galeso. Purtroppo, i lavori sono ancora oggi da ultimare e pertanto non solo i tarantini si sono dimenticati di trascorrere la Pasquetta al fiume, ma non hanno avuto il piacere di ascoltare la fatica musicale del Nostro, una vera jattura! Solo il Club Il Galeso, presieduto da Nunzio Leone, il Garden Club e Italia Nostra, bontà loro, in uno con il progettista del parco, dott. Vito Crisanti, hanno con ostinazione continuato a sperare nel recupero dell’area, come testimonia l’organizzazione del convegno “Galeso un recupero possibile”, tenutosi il 17 aprile 2010 nel Palazzo della Provincia, con la partecipazione del Prof. Pietro Pavone, docente dell’Università di Catania.
A dire il vero, oltre al presidente Domenico Rana, non è mancata l’attenzione, sia pure per lo spazio di un mattino, del Sindaco “barattolo vuoto” Mario Guadagnolo, che con una vera “alzata di ingegno”, si produsse nella posa in loco di una delle tante targhe commemorative dedicata a Publio Virgilio Marone di cui si è persa memoria, e speriamo non anche traccia. Guadagnolo è rimasto però negli annali del Comune per la suggestiva iniziativa di fornire “gratuitamente” (forse attingendo ai fondi del Fondo d’Impatto Ambientale) ai cittadini il “bastone ecologico” per la raccolta degli escrementi dei cani, e per essere stato oggetto di un ampio servizio (con foto) sulla rivista “Cronaca Vera” quale esempio di “oscenità amministrativa”, per l’inusitato comportamento amministrativo-culturale - aver inagurato prima e demolito poi, a distanza di pochi giorni, un monumento dedicato alle vittime del lavoro eretto a piazza Carbonelli -.
Non poteva certo mancare un intervento propulsivo del Sindaco Stefano, beneficiario di due mandati popolari, che si è premurato di effettuare mercoledì 27 marzo un sopralluogo sulle sponde del fiume Galeso per verificare l’andamento dei lavori svolti meritoriamente dagli operatori della cooperativa “L’arca”, impegnati da giorni nelle attività di pulizia e sistemazione del verde dell’area, in previsione di un prossimo trasferimento del parco dal demanio provinciale al demanio comunale, visto l’esaurimento del ruolo delle province e la loro auspicata soppressione. Peccato che la “scampagnata” del mercoledì, così come consumata, risulti fuori ruolo, fuori luogo e fuori tempo in quanto non ha tenuto presente, secondo quanto apparso sulla stampa, le riunioni del 12 e del 20 febbraio delle Commissioni comunali competenti, dedicate alla valutazione del bioparco del Galeso, che avevano suscitato speranza nella cittadinanza.
Il sopralluogo di mercoledì 20 febbraio aveva visto la partecipazione, oltre che delle Commissioni Assetto del Territorio e Ambiente del Comune di Taranto, degli Assessori Cosa e Baio, di giornalisti di carta stampata e tv, delle delegazioni di Garden Club Taranto, Wwf Taranto, Associazione “Le Sciaje”, Italia Nostra e di responsabili di strutture turistiche ed enogastronomiche come il Ristorante Al Faro e il Relais Histò.
Il sopralluogo aveva portato ahimè anche a constatare che l’edificio militare, ristrutturato su sollecitazione di Italia Nostra con finanziamento del Ministero dell’Ambiente, una volta destinato a Centro di Educazione Ambientale, di recente è stato inopinatamente destinato, al fine di acquisire ulteriori finanziamenti, all’accoglienza di bambini o diversamente abili. Finalità socialmente ammirevole, ma del tutto IMPROPRIA, per ciò che riguarda il destino del martoriato Galeso, “un intervento da scapestrati”, riprendendo le parole di Antonio Rizzo riguardanti l’intervento di sovrappasso del Galeso (superstrada Taranto-Grottaglie-Brindisi). Questo leggiamo nell’articolo di giovedi 28 marzo pubblicato sul Nuovo Quotidiano di Puglia, apprendendo con amarezza che l’Amministrazione tetragona persevera nel suo errore: “si pensa di destinare l’immobile all’accoglienza di bambini diversamente abili oppure di anziani”, queste le parole di Ippazio Stefano.
Taranto, invece, ha bisogno, per fare qualche passo avanti, di competenza, coerenza, di rinnovata cultura ambientale e, nel concreto, di interventi urgenti di riambientalizzazione urbana, a partire dalla realizzazione del lungomare terrazzato pedonale di via Mar Piccolo, da sempre ipotizzato e codificato nel Piano regolatore, senza procedere a tentoni con decisioni improvvisate e contraddittorie. Dopo le riunioni di febbraio sollecitate dagli ambientalisti e predisposte su iniziativa del presidente della Commissione Assetto del Territorio Giovanni Guttagliere, i tarantini si erano illusi che l’Amministrazione Comunale volesse procedere, voltando pagina, alla riambientalizzazione dell’area in questione, con la realizzazione di un Bioparco fondato su un diverso modello di ingegneria sociale rispetto ai tanti fallimenti del passato (Parco delle Rimembranza in primis, ad opera dell’Amministrazione Provinciale), a maggior ragione dopo la conferenza propedeutica all’adozione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) da parte della Regione Puglia, nella quale è emersa prepotentemente l’annosa questione del Galeso e del bacino del Mar Piccolo, un biotopo di eccezionale valore paesistico-ambientale e storico-culturale, che ha tutti gli elementi per ben figurare tra i progetti pilota (Progetti integrati di paesaggio sperimentali) del PPTR.
In quella sede, a margine della conferenza, i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale trovarono un’intesa con l’Assessore regionale Barbanente, promettendo ogni sforzo teso ad inserire il progetto nel PPTR, che vede premiate tutte le città pugliesi, ad eccezione di Taranto.
Ora il Sindaco, sulle orme di quanto agognava nel 1996 Domenico Rana, afferma perentoriamente che «se i cittadini si riappropriano di uno spazio, la sicurezza è garantita automaticamente». Peccato che di recente un energumeno che è solito aggirarsi nei paraggi del fiume, ritenendosi il padrone del campo in quanto alloggiato in una casa abusiva limitrofa, abbia minacciato, alla presenza di alcuni funzionari dell’Amministrazione provinciale, il presidente Guttagliere, speriamo perché non riconosciuto, il quale aveva “incautamente” voluto svolgere una visita ricognitiva propedeutica di domenica mattina.
Anche il nostro sindaco deve capacitarsi del fatto che la strada da intraprendere per restituire la fruibilitĂ  del Galeso alla cittadinanza richiede una nuova e diversa progettualitĂ , con meno indeterminatezza, con nessuna contraddizione e soprattutto con il coinvolgimento, nella gestione-animazione, del privato sociale organizzato.
Così ancora una volta anche il nostro amato sindaco, invece di scrivere una nuova pagina, continua a scarabocchiare sull’esistente.



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